Premessa
Abbiamo già raccontato di questa pesca effettuata
nel periodo invernale nei mari italiani, ma vogliamo ritornare
sull'argomento perché in tanti, finita la stagione
estivo-autunnale, tirano le barche in secco secondo noi
a torto.
A parte infatti chi risiede lontano dal posto barca quelli
che vivono vicino al mare farebbero bene a sfruttare il
periodo invernale che sotto tanti aspetti regala delle pescate
a dir poco fantastiche. Se poi vi sono giornate di sole
e mare calmo, qualche ora a tonni non guasta in particolare
se le poste per questi non distano molto da quelle per il
bolentino.
Bolentino obbligatoriamente di profondità, il pesce
in questo periodo si trova sul fondo in vicinanza di zone
sporche (tanute - presure), relitti, piattaforme metanifere,
secche ecc.. Va infatti in zone d'acqua a temperatura costante,
anche se fredda e in queste condizioni rallenta il suo metabolismo,
sfruttando le riserve di grassi accumulate nel periodo precedente.
Il pesce pescato (rassegnatevi) é infatti generalmente
ricco di grasso, soltanto in primavera, dopo averle
esaurite durante i freddi, il pesce é magro. Il grasso
serve oltre a sopperire alla scarsità di cibo a resistere
alle più basse temperature del periodo, ma a parte
questo handicapp, le boghe, per esempio, pescate con la
pancia vuota, non puzzeranno come solitamente fanno.
Il pesce é poi in uno stato di metabolismo rallentato
e tirarlo su non regala le soddisfazioni che normalmente
procura durante il periodo caldo, quando é più
combattivo, ma vi assicuro che per l'abbondanza e la profondità
di pesca con terminali armati a più ami, la fatica
si fa sentire, é quasi un lavoro e, poco male, é
un modo come un altro per riscaldarsi dai freddi invernali.
Dopo un periodo autunnale contrario alla pesca per le pessime
condizioni meteomarine, non ancora stabilizzatesi, dove
i tonni per molti sono rimasti che un mero miraggio, ed
ora per alcune condizioni del mare e del nutrimento, si
trovano sulla sponda opposta a quella adriatica, l'unico
rimedio per combattere la sindrome del pescatore in cattività
é quello di aggregarsi al Club degli irriducibili.
Meglio soffrire in mare che soffrire in terra e quindi
prua a mare e vela per diverse miglia in cerca delle poste
migliori e se proprio le condizioni non lo permettono, all'imbrunire
via sul porto canale a fare gamberi e quanto prima portarsi
a caccia delle numerose spigole che in questo periodo si
avvicinano alla costa, anche a pochi metri dalle scogliere,
per la deposizione delle uova.
Altri, come Cortomaltese, più o meno soddisfatti
per la cattura delle prime gallinelle giganti che si portano
sulle tanute per deporre le uova.
Tonnorosso, così è il suo nickname
nel Forum, ha messo a paiolo diversi chili di occhioni presi
su fondali di 100 metri a 20 miglia dalla costa.
Su in alto adriatico un amico di Cortomaltese, dopo
alcune ore di pesca a gallinelle, si è spostato su
una tanuta più fuori, a circa 20 miglia dalla costa
e in poco tempo ha tirato su 3 stupendi scorfani di cui
il più grosso pesava 1,8 Kg mentre il più
piccolo era di circa un chilo.
La situazione è alquanto variopinta ma, in quasi
tutti i casi, si tratta di portare le nostre esche in profondità,
vicino al fondo meglio se in presenza di scogli, variazioni
ecc
I tonni intanto li stanno prendendo i Proff. che si spingono
fin sulla sponda opposta dell'adriatico, stando attenti
a non entrare nelle 12 miglia delle acque territoriali non
italiane. La qualità delle acque, la maggior presenza
di pesce foraggio in quelle zone, ha fatto si che l'autunno
sia stato caratterizzato da non grandi avventure a tonni,
ma generalmente solo grandi cappotti almeno per l'alto e
medio-alto adriatico.
(Segue)
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