Tonno alla traina con barca a vela, da velisti non pescatori
Il 23 Agosto 2004 siamo rientrati dalla Corsica (ile Rousse)
verso la Francia (Porquerolles) con una barca a vela (noleggiata
in Francia) di 10 metri.
Navigavamo a circa 6 nodi, a motore o vela+motore con pochissimo
vento.
Abbiamo pescato due tonni alla traina.
Siamo tutt'altro che professionisti della pesca però,
dato il lungo percorso in mare, ci sono state probabilmente molte
occasioni di incontri con questi pesci.
Il primo tonno ha abboccato alle 9:30 di mattino, a meno
di 20 miglia dalla costa della Corsica nord occidentale.
Il secondo tonno ha abboccato nel pomeriggio, verso le
15:30, a metà strada tra Corsica e Francia.
L'attrezzatura era molto essenziale: una spoletta di nailon
molto resistente (circa 70), senza canna srotolata in mare per
una cinquantina di metri, con un sistema ad elastico per ammortizzare
un poco la presa iniziale del pesce. L'esca era un piccolo
polipetto di plastica, nella testa del quale ho inserito una metà
di un piombo ogivale (peso circa 10 grammi) e quindi un bi-amo
abbastanza grosso e non troppo nascosto.
Il recupero è stato abbastanza semplice (ci vogliono i
guanti per non rischiare di tagliarsi le mani, tirando il nailon),
solo quando i tonni erano vicini alla poppa, bisognava evitare
che si trascinassero sotto il timone.
Non è la prima volta che peschiamo tonnetti durante la
traversata tra Francia e Corsica.
Una settimana prima, nella traversata di andata, non abbiamo invece
avuto nessuna abboccata.
La problematica che si pone è come poi utilizzare il
tonno (che è tanto! soprattutto per due persone ! ).
Il frigor di una barca a vela è piccolo, poco efficiente
e non può rimanere sempre in funzione, per non scaricare
troppo le batterie di bordo quando si va a vela.
Questo è quello che abbiamo fatto: cotto ai ferri
due bisteccone di trancio di tonno.
Abbiamo quindi bollito tutto il resto dei due tonni, per 10/15
minuti in acqua con qualche pezzo di cipolla (quello che avevamo
in barca), quindi messo in due grandi padelle ed una volta raffreddato,
irrorato con olio d'oliva. In pratica abbiamo fatto qualcosa di
simile al tonno sott'olio (ma in effetti era solo cosparso di
olio, non immerso) e quindi conservato nel frigor della barca.
Il colore era più o meno bianco, non rosato, come quello
delle scatolette.
Ottimo risultato: davvero buono.
Si è conservato benissimo per 5 giorni e siamo riusciti
a portarne ancora a casa una parte in un contenitore improvvisato.
Suggerisco questa tecnica, che sarebbe naturalmente da perfezionare.
Luca & Lucia ( Milano )
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