2 ottobre 2004.
Località : Roccella Jonica, a circa 12 miglia dalla
costa, in c/o "cannizze"
Cattura : Lampuga di kg.14,800
Attrezzatura : Canna "PALAMITA" di 4/12 lb. della
Italcanna, Mulinello "RIPTIPE" 2/0 della Mitchel, Terminale
dello 0,35 su Octopus di cm.9 della Yamashita con piuma Rossa
Equipaggio : Chirico Carmelo, Scagliola Aldo, Fiore Bruno,
Fiore Antonino
Lampuga : kg.14,800
Foto
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LAMPUGA O DORADO ?
Tutto come al solito, decine di telefonate, con i componenti
del team, per i dettagli sul tipo di pesca da fare, sull'orario,
e non ultimo in quale bar prendere un buon caffè, prima
di iniziare la battuta di pesca.
Solita cronaca dell'anteprima di pesca, che si dissolve come d'incanto
quanto sei già in porto a Roccella Jonica, e dopo le operazioni
di routine per sistemare le attrezzature e fatto il pieno di carburante,
mollate le cime la barca scivola sull'acqua calma e piatta che,
come accade in questo periodo dalle nostre parti, non è
differente dall'acqua che incontri fuori dal porto.
Inizia bene la giornata, Aldo, che è il più
allegro della compagnia è in vena iniziando a tartassare
di battute spiritose tutti gli altri, convincendoci che per le
condizioni di calma piatta, forse è meglio andare ad insidiare
qualche sparide in una secca con pochissimo fondale.
Io, che a detta di tutti sono il fissato per la traina, proprio
per non contrariare l'amico dirigo l'imbarcazione a poche miglia
dal porto su un fondale basso ed a poche centinaia di metri dalla
riva dove, in agosto, avevo effettuato delle discrete catture
su pagelli, praghi e saraghi di media taglia.
Tra gli sfottò che dobbiamo sopportare dal "pierino"
del gruppo, e le catture frequenti, il tempo scorre piacevole,
mentre il sole ed il caldo ci fanno dimenticare di essere in autunno,
tant'è che siamo in costume da bagno.
Alle 10,30 avvistiamo segnali che provengono dal largo, e le sbollate
di mangianza convincono anche i più restii a riporre l'attrezzatura
di bolentino e finalmente filiamo in acqua le lenze per la traina.
L'attrezzatura leggera è formata da due canne da
8 lb. Carson e due da 4/12 lb. della Italcanna modello "Palamita"
che trainano terminali di 8 lb., mentre per le esche ho optato
per degli octopus della Yamaschita da cm.9 con piumetta rossa,
armati con ami della Gamaghatsu 2/0.
Dopo mezz'ora, che le nostre esche passano inosservate su branchi
di tombarelli, tonnetti e palamite, intenti a pasteggiare con
sardine, comincia a serpeggiare la sfiducia di riuscire a rimpinguare
il bottino, mentre Aldo, Bruno e Nino aspettano da me un segnale
sul da farsi.
Ed ecco che, come succede in casi ormai rari e da ricordare, propendi
per quell'intuizione che ti farà ricordare la giornata.
Decido di portare le esche in prossimità delle "Cannizze",
che sono a circa 9 miglia dalla costa per insidiare le lampughe.
Le catture non sono frequenti, ma dopo un paio d'ore abbiamo imbarcato
venticinque lampughe di media taglia, e già siamo soddisfatti
perché qualcuno in barca pregusta la cena della sera che
vedrà riunite le famiglie.
Ma ecco che l'avvistamento di una pinna in prossimità di
una cannizza, (per me è uno spada) riporta l'entusiasmo
a bordo e fa salire il livello di adrenalina, ma quando ci avviciniamo
ecco la grande sorpresa, nell'acqua limpida la sagoma sinuosa
ed elegante di una lampuga di dimensioni non comuni ci passa accanto
e si perde nella scia del motore.
Tutto finito? Un semplice avvistamento e basta?
Mentre ci guardiamo e non riusciamo a comunicarci le innumerevoli
sensazioni che proviamo, lo stridere della frizione ci riporta
alla realtà ed ecco che inizia il combattimento con il
presagio che, visto con chi avevamo a che fare e tenuto conto
dell'attrezzature impiagata, non sarebbe durato molto.
Dopo però le prime fughe ammortizzate molto bene dalle
attrezzature e dalle manovre in mare, la speranza di avere ragione
di un combattente così forte, comincia a fare capolino,
e pur nelle fasi più concitate ognuno riesce a fare ciò
per cui ha sempre lavorato in barca.
Dopo 25 minuti, decine di fughe e recuperi, tentativi di portarlo
sotto bordo, e salti spettacolari, la splendida creatura si è
arresa al raffio, facendo esplodere in un urlo di gioia la tensione
accumulata.
Non chiedetemi perché questa cattura ho deciso di condividerla
con chi leggerà questo racconto, ma quanto sino ad oggi
catturato, pescespada, tonni di branco anche di taglia, non ci
ha dato le stesse emozioni di una preda vista solo nei documentari
dei mari tropicali, e che hanno sempre stuzzicato la fantasia
e tormentato i sogni di chi condivide questa grande passione per
la traina.
Del pesce meraviglioso, catturato da quattro amici che nel loro
tempo libero vanno per mare, non restano che le foto, perché
è stato grandioso anche quando invitato a cena è
stato l'attore principale.
Carmelo
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