La lenza viene collegata al tangone a mezzo di un grosso
moschettone inserito su una lasca e breve cima che collega
le due parti distali del tangone.
In ultimo una grande idea e cioé uno starlight
di grosse dimensioni viene inserito sulla lenza ad una distanza
di pochi metri dalla poppa della barca. Questa luce non
ha particolari funzioni attrattive verso i calamari, ma
svolge un ruolo importante nel momento dell'allamata in
quanto solitamente viaggia poco sotto la superficie dell'acqua
ma ne fuoriesce quando il calamaro attaccato fa spingere
lo stim in superficie, avvisandoci nel completo buio della
presa.
Riassumendo sulla caratteristica della montatura,
abbiamo circa 10 braccia di lenza fra la barca e lo stim
e 8 braccia di terminale max 0.30 fra stim ed artificiale,
mentre la canna in superficie pesca 50 mt. dalla poppa.
La lenza dal tangone allo stim é più grossa
anche per resistere ad eventuali contatti con i secchi di
plastica, ma soprattutto perchè nel recuperare il
calamaro la lenza viene appoggiata nel pozzetto e deve resistere
ad inevitabili calpestamenti. Non troppo grossa però
per non impedire allo stim di scendere alla profondità
dovuta, uno 0,50 potrà andar bene, a voi la scelta,
tanto é anche buio.
L'esca artificiale é della rapala e presenta una
bavetta in plastica ed un cestello sulla coda fatto da due
serie di punte metalliche.
La temperatura dell'acqua non si é ancora abbassata
a dovere e l'orario non é dei migliori, ma il mal
di terra ci ha spinto ugualmente in mare sacrificando le
ore di sonno ben alcune ore di traina.
Il calamaro mangia infatti verso l'imbrunire fino alle
19,00 - 19,30, dopodiché ricomincia verso le 03.00
fino all'alba.
I colori preferiti per gli arttificiali sono verde e arancio,
verde bianco, arancio/rosso, blu e bianco. Diego aggiunge
che strano a dirsi, ma da un giorno all'altro possono totalmente
cambiare le preferenze per quanto riguarda il colore.
Diego finisce di calare le lenze, siamo in pesca e manca
ormai veramente poco alla posta prescelta, ci sistemiamo
nel pozzetto ed aspettiamo il primo volontario ed affamato
calamaro.
Raggiungiamo un fondale che va dagli otto metri
ai 6,5 metri di profondità, dove si trovano roccia
con tratti a posidonia, in cui i calamari di questo periodo
si portano per accoppiarsi e doporre le uova, ma il mare
é bello mosso e l'onda fa segnare sull'ecoscandaglio
delle grosse curve, sembrano una serie infinita di secche.
Nello schermo compaiono anche i primi segni che ci fanno
pensare bene; segni presenti in maniera discontinua e strano
ma vero, in abbondanza nel tratto di mare prospiciente lo
sbocco a mare di un torrente.
Procedendo verso Est parallelamente allo costa, riusciamo
a fare anche meno di 2,5 nodi, mentre nel ritorno con direzione
Ovest la Monique non scende sotto i 2,7 nodi, la corrente
é infatti a favore, ma nonostante ciò la prima
presa é proprio in questo senso. Iniziamo presto
a scaldarci l'animo in quanto é lo starlight che
fuoriesce dall'acqua così, senza rallentare, Diego
comincia a tirar su pian piano il primo calamaro mentre
io mantengo la barca in rotta.
Foto ricordo e subito dentro un secchio con poc'acqua preparato
appositamente per le prede; il calamaro é li che
soffia quando un'altro starlight si alza, e via con il secondo
calamaro che Diego lascia a me, é un po' più
piccolo del primo ma va bene ugualmente.
(Continua)
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