Poi c'é un momento di calma, intanto la luna si
fa vedere quando é già abbastanza alta, e
con la tramantona gelida cominciamo a pensare al caffé
caldo lasciato a casa. Sono ormai le tre del mattino e ci
avviciniamo all'imboccatura del porto di Mentone,
facciamo un giro dove la sera prima diverse barche avevano
preso alcuni pezzi, ma a noi va male e così ritorniamo
sulle poste delle prime allamate.
Passa un po' di tempo e via un altro calamaro, mi precipito
a tirarlo su, é più grosso, viene accompagnato
dal movimento della barca, ma non faccio molta attenzione,
anche per la stanchezza e così lo perdo recuperando
solo alcuni brandelli dei tentacoli con il quale il calamaro
fra presa sull'esca artificiale. Peccato veramente anche
perché come farà senza gli organi con i quali
cattura le sue prede?? Pazienza, ce ne sono in abbondanza,
come l'Eco ci segnala, e quindi via a riprovare. Ma quella
sera sembrano abbastanza pigri.
L'ultimo della serata, non molto fortunata ma comunque
divertente, lo recupera Diego e finisce dopo poco nel secchio
a far compagnia agli altri. Nel viaggio di ritorno non trainiamo
nel tratto di costa che ci separa al porto di approdo, il
mare sembra alzatosi ulteriormente, siamo mezzi gelati e
rinco, é quasi l'alba e decidiamo per un rientro
veloce ed immediata sosta in un bar per la colazione calda.
La seconda sera, siamo nuovamente in porto verso
l'una di notte, il mare ha ceduto anche se non completamente,
abbiamo le scorte di caffé caldo e una voglia matta
di riprovare. Si ritorna sui posti della sera precedente,
cercando di far attenzione ad alcune reti di posta avvistate
da terra nel tardo pomeriggio, ma neanche a farlo apposta,
arrivati sui luoghi per la traina, le prime ad essere prese
son proprio loro.
Se ne vanno così di gran fretta due rapala, sacrificatisi
per gli altri in quanto in quel tratto di mare non ci siamo
più ripassati, peccato che fosse proprio una zona
interessante dove la sera prima avevamo preso alcuni pezzi.
Si rifanno in poco tempo i due tratti di lenza terminale
e i nodi ai rapala, ma la rabbia é tanta perchè
sprecarle così per lasciarle al pescatore che troverà
ben poco a parte le nostre esche ...... non é il
massimo.
Soliti giri, solito freddo, e soliti calamari, che anche
se di buona pezzatura, non si presentano molto decisi a
mangiare le nostre esche. Per il ritorno verso il porto
il mare ci consente di continuare a trainare, anche se non
molto vicini alla costa causa la risacca e l'onda di ritorno.
E' la volta della canna che zitta fino a quel momento comincia
far sentire il cicalino del mulinello.
Ci guardiamo a vicenda come dire: é quasi l'alba
e finalmente si é svegliata anche lei..... delicatamente
Diego comincia a recuperare, io attacco e statto la marcia
avanti, non é semplice perché é il
calamaro più grosso della serata e portarlo in barca
con le altre lenze giù, i secchi nel mezzo, non é
cosa semplice, ma non può assolutamente sfuggirci.
Ed infatti dopo poco é nel secchio; un abbraccio,
le congratulazioni e l'emozione del cicalino ci risvegliano
dal sonno, ma il caffe è ormai finito, il freddo
é tanto e l'alba é alle porte cosicchè
decidiamo per il rientro.
Per pranzo non potevano che esserci calamari, questa volta
ripieni, pazientemente preparati dalla moglie che ormai
però non ne può più, visto che da qualche
giorno in casa non entrano che di questi.
Un saluto
Net
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