il Pagello
I materiali impiegati dagli amici di Ostia sono interessanti
e se anche già conosciuti o letti sulle riviste,
ve li descriviamo ugualmente. E' da sottolineare che ci
hanno permesso di pescare su diverse profondità senza
alcun problema se non quello della maggiore fatica e tempo
nel dovere recuperare il pesce.
Esche
Le esche impiegate sono state il gambero che fanno venire,
congelato, dalla laguna di Venezia e il verme bibi posto
sotto sale. Quest'ultima più resistente permetteva
di mantenere le lenze più a lungo in acqua, anche
se il pesce di minor taglia infastidiva le esche. E' infatti
un esca molto valida e resistente.
Il gambero é però la migliore esca e, opportunamente
innescato, é stata quella più utilizzata,
anche se richiede di controllarne più frequentemente
lo stato in cui viene presentato al pesce. Ma questo non
é un problema visto che recuperare il filo anche
da più di 100 metri é comunque una buona occasione
per riscaldarsi un pochino.
Lenza, terminali, ami.
La lenza in bobina é un multifibre che permette
di sentire meno l'effetto della corrente e di avvertire
con discreta prontezza la mangiata del pagello. Con quelle
profondità il nylon é bene utilizzarlo esclusivamente
per il terminale o per riempire il mulinello dopo i 100
metri di multifibre, che ha grandi pregi ma il difetto di
costare di più del primo.
Il terminale é costituito da una lenza principale
più robusta su quale vengono inseriti due braccioli
della lunghezza massima di 40 cm e del diametro dello 0,25
- 0,23, distanti fra loro 70-80 cm. Il terzo ed ultimo bracciolo
é posto dove viene inserito il piombo intercambiabile.
La stessa lenza principale ha un moschettone in alto per
inserirla all'asola del multifibre, ed uno in basso per
permettere la facile e veloce sostituzione del piombo.
L'amo che in quell'uscita é stato meglio utilizzato
é stato il TRACK M80 del numero 5, ma sono andati
bene anche i Gamakatsu. I braccioli vengono inseriti nella
lenza del terminale tramite una girellina bloccata da due
nodi e perline all'altezza opportuna l'uno dall'altro. Per
evitare eccessivi attorcigliamenti del bracciolo con la
lenza é bene quindi usare le girelle e realizzare
la treccina nel bracciolo. Presto inseriremo nelle presenti
pagine un disegno per meglio facilitare la comprensione
della montatura.
I piombi utilizzati, provvisti di moschettone, sono stati
del peso dai 75 grammi fino a 150 grammi.
Così vi ho descritto i materiali impiegati, di cui
tanto é scritto in bibliografia o sulle riviste,
ma é così che noi abbiamo pescato quel giorno.
Le canne
Le canne devono avere una certa lunghezza per permetterci
di recuperare i pesci che anche in numero di tre sono distribuiti
sul terminale della lunghezza anche di due metri. L'azione
di cima é data dalla sensibilità dei cimini
intercambiabili, ma come sempre c'é qualcuno a cui
tutto questo non piace e così Coffy ha preferito
la sua canna più robusta, non eccessivamente lunga,
ma che con un piombo di 150 gr. si comportava bene e gli
permetteva di avvertire ugualmente le mangiate.
Il mulinello
E' uno strumento importante per questo tipo di pesca e
in particolar modo il suo rapporto di recupero, viste le
profondità dei fondali in cui abbiamo pescato.
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