il Pagello
Eccoci arrivati, la barca rallenta, tunaman inizia a scrutare
il fondo con l'ecoscandaglio, il tutto dura circa 10-15
minuti, la zona la conoscono, ma ogni volta la corrente
o il vento sono diversi e gettare l'ancora su un fondale
di 100 metri non é qui il difficile, ma bensì
doverla ritirar su dopo poco perchè non si é
azzeccato il punto giusto é una scocciatura.
Ma cosa cerca in particolare?
A parte ritrovare la posizione delle precedenti uscite,
a cui sono giunti dopo tanti tentativi, Tunaman sta cercando
delle buche, se cosi si possono chiamare, cioé dei
piccoli avvallamenti sul fondale, fangoso e piatto. Delle
zone limitate dove il fondale presenta una profondità
inferiore di 1 massimo due metri rispetto al fondale circostante.
Sembra che in quelle zone il pesce preferisca trascorrere
le sue vacanze invernali, luoghi dove si raccoglie per effetto
delle correnti un maggior quantitativo di nutrienti o forse
anche perché sono luoghi più protetti. Siamo
poco fuori la secca di Paterno, sul piede della secca, Tunaman
fa cenno a Mauro che al volo intuisce e l'ancora comincia
a scendere sul fondale, fremono i preparativi e quando si
spegne il motore é una corsa a gettare gli le esche.
Subito Coffy lancia il messaggio, il primo che prende il
pesce paga il caffè, e si, penso sia proprio giusto,
visto che ogni volta si crea come una competizione amichevole
fra l'equipaggio. E il primo che prende, lasciando l'amaro
in bocca agli altri, gli tocca il caffè!
E' la mia canna a dare un primo segnale, ma aspetto, tanto
il caffé lo voglio pagare io visto che sono ospite,
e coffy nel frattempo prende una perchia. Tocca a lui il
caffé? No al rientro lo pagherò io, mi sembra
il minimo.
La giornata sembra buona, ma la corrente, nonostante ci
sia un po' di tramontana, non riesce a spostare le nostre
lenze che stanno dritte sul fondo. In questo tipo di pesca
e su fondali dalle caratteristiche sopra citate é
invece importante la corrente, molto. La corrente sul fondo
sposta il pesce che quindi trova le nostre esche ma anche
l'inverso cioé le nostre esche sul fondo perdono,
anche se in piccole quantità, il loro sapore o liquidi
odorosi che movimentati dalla corrente richiamano il pesce
sotto la barca.
La pesca sul relitto
Il relitto é difficile da trovare e una volta individuato
si é poco disposti a darne il punto agli amici pescatori,
ebbene in questo caso e qualche volta dopo alcune ore per
l'individuazione e l'ancoraggio, la corrente se debole od
assente é quasi meglio, ci permetterà di calare
le nostre esche nel punto preciso. In questo caso i pesci
sono proprio a ridosso del relitto o sul fondale limitrofo
ed é proprio li che bisogna pescare, un po come la
sommità di una secca, ma su quella di paterno é
vietato l'ancoraggio e quindi ci abbiamo dovuto rinunciare.
In entrambi casi, secca o relitto, l'uso e la conoscenza
del proprio ecoscandaglio é fondamentale, come saper
valutare la corrente e dove andrà a finire la barca
una volta ancorata. L'esperienza in questo caso fa la differenza,
ma questa non ci manca visto le persone che sono in barca.
Nonostante questo, sembra una giornata non molto profiqua,
sarà la leggera tramontana o l'assenza di corrente,
e allora dopo poco decidiamo di cambiare posto. Durante
l'arco della giornata cambieremo spesso luogo di pesca e
fondale nonché profondità. Con gli stessi
terminali, che poi andremo a descrivere, abbiamo pescato
su fondali di 110 metri, 90, 50 e 30 metri senza alcun problema.
Il periodo
L'inizio d'anno (gennaio-marzo) é un periodo un
po' morto per la pesca del tonno e non potendo rinunciare
ad uscire in barca, il tonnarolo (cioé colui che
quando c'è il tonno non ammette altri tipi di pesca
se non quella del drifting o della traina), si dedica ad
altri tipi di pesca che sono validi comunque anche in altri
periodi.
Il bolentino di profondità appunto che in questo
periodo regala dei pagelli di buone dimensioni, anche superiori
al chilo.
(segue)
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