TECNICA IN COMBATTIMENTO n.3
Mantenendo la canna ferma ed in posizione alta, si può
indietreggiare di due passi con la canna, che di conseguenza
si inflette, per poi , subito dopo che la canna si è
raddrizzata, riportarsi avanti e contemporaneamente recuperare
filo con il mulinello.
Con questo sistema, che è, per ragioni d'equilibrio,
consigliabile solo con rollio limitato della barca, si ottiene
un'azione del tutto analoga al pompaggio con il vantaggio
di un dispendio limitato di energie.
Questi due tipi di pompaggio è utile utilizzarli
solo quando il tonno non oppone molta resistenza, poiché,
con pesce "piantato" risultano troppo dispendiosi
oppure poco forzanti.
Piegare e raddrizzare continuamente il braccio che sorregge
la canna, implica un lavoro muscolare estremamente sfiancante,
poiché coinvolge i muscoli del braccio, che non sono
né i più forti, né i più resistenti.
L'indietreggiare e l'avanzare a piedi per recuperare lenza,
non è affaticante, ma non consente di esercitare
una notevole pressione sulla lenza, inoltre, per evitare
di toccare con la lenza il bordo della barca, tale azione
è praticabile solo con pesce lontano dalla barca
e filo che entra nell'acqua con un angolo non troppo accentuato.
Perciò queste due tecniche di pompaggio vanno limitate
ai casi in cui ci avviciniamo a bassa velocità con
la barca oppure quando il tonno si lascia recuperare opponendo
poca resistenza.
Pompaggio di forza
Per forzare veramente il pesce, bisogna adottare una tecnica,
che coinvolga i nostri muscoli più forti, quelli
delle gambe, e sfrutti a vantaggio il nostro stesso peso.
Una volta, che siamo riusciti a recuperare buona parte
della lenza, che il tonno ci aveva sfilato con le prime
fughe, ci troveremo, con circa 80-100 metri di lenza fuori,
a dover combattere con un pesce, che il più delle
volte ha preso il fondo, stabilizzandosi ad una quota di
suo gradimento, dalla quale non sembra per niente intenzionato
a farsi spostare.
E' giunto il momento di fare sul serio, di forzare realmente
per uscire da una situazione di stasi, da cui il tonno trae
solo vantaggi potendosi riossigenare e tranquillizzare.
Gambe larghe come il bacino, per un buon equilibrio, e,
trovata una posizione stabile vicino al bordo, cominciamo
a "sederci" sull'imbracatura.
L'impressione, che dobbiamo avere, è proprio quella
di metterci letteralmente a sedere sull'harness. Il nostro
peso sarà interamente trasmesso alla canna, che dalla
posizione quasi orizzontale si alzerà piegandosi
senza fatica.
Contrastati dal tiro del tonno non cadremo per terra, anche
perché ci controbilanceremo con i muscoli delle cosce,
che dovranno dosare l'appoggio sull'harness in modo da raggiungere
un equilibrio.
Contemporaneamente il busto mantiene sempre lo stesso angolo
rispetto alle cosce e, in conseguenza della "seduta",
viene a trovarsi in una posizione leggermente sdraiata.
Praticamente le ginocchia sono le uniche articolazioni che
si muovono.
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Per pompare basta "sedersi" sopra
l'harness; le ginocchia sono le uniche articolazioni
che si muovono. |
(Continua
- Tecniche di Combattimento)
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