TECNICA IN COMBATTIMENTO n.1
La cicala urla impazzita, mentre il rocchetto si sta velocemente
riducendo, sfiliamo il manico dal portacanna e, anche senza
aver già indossato l'harness, siamo già in
combattimento.
Il grande tonno ha mangiato da pochi istanti e, con la
leggera canna da stand-up, possiamo già assecondare
le sue prime velocissime fughe, riuscendo a scansare pericolosi
incroci con le altre lenze ancora in acqua. Non siamo più
legati alla posizione fissa della sedia da combattimento,
ora siamo veramente in filo diretto con il nostro avversario,
uno contro uno.
Questo è il grande pregio di questa tecnica: la
mobilità e dobbiamo cercare di sfruttarla a nostro
vantaggio. Inoltre la soddisfazione di sentirsi veramente
in combattimento diretto con un gigante, senza interposto
alcun supporto fisso, che possa filtrare le emozioni, che
la lenza ci trasmette con immediatezza, pone questa sistema
al top per sportività ed emozioni.
Non esiste una tecnica universale per il combattimento con
la stand-up, ma ognuno deve cercare di personalizzarne ed
acquisirne una propria. Le differenze fisiche, di corporatura
e soprattutto le nostre preferenze ci devono guidare ad
acquisire un nostro personale stile di combattimento, quello
con cui ci si sentiremo più a nostro agio ad operare
in maniera più naturale ed istintiva possibile.
Ciò è fondamentale soprattutto in questa
tecnica, che si sviluppa totalmente in piedi, ed in cui
cercheremo di sfruttare soprattutto il nostro stesso peso
per poter contrastare le azioni del gigante.
Per fare questo non esistono posizioni o movimenti rigorosamente
codificati, che debbano fedelmente essere adottati da tutti
universalmente; le leve degli arti, il peso, la resistenza,
la potenza di ciascun individuo differiscono troppo perché
un singolo modello di combattimento possa essere ugualmente
efficace. Perciò da una tecnica base, ciascuno deve
sviluppare con l'esperienza, un metodo personalizzato, con
movimenti il più naturali possibili.
Comunque, qualunque sia la variante utilizzata, bisogna
sfruttare al massimo il proprio peso corporeo per effettuare
i movimenti di pompaggio e trarne il massimo vantaggio.
Le prime fughe
Subito dopo l'allamata, il tonno gigante si produce, di
solito, in una veloce e lunga fuga, in cui i cambi di direzione
non sono mai numerosi. La stand-up, ci offre il vantaggio,
di una maneggevolezza impensabile con altre canne.
Appena estraiamo il manico dal suo supporto ci troviamo
già pronti ad assecondare, spostandoci a piedi nel
pozzetto, con la canna bassa, la fuga nella direzione giusta,
riuscendo perfino ad evitare, con sapienti brandeggi, pericolosi
incroci con le altre lenze ancora in acqua. Già in
questa fase possiamo apprezzare i vantaggi del manico curvo.
La canna inserita nel portacanna rimane in posizione più
orizzontale e quando il pesce parte l'attrito offerto dalla
carrucola apicale è molto inferiore, con minor rischi
di rottura per surriscaldamento della lenza.
E' inoltre più facile sfilare il manico dal portacanna
stesso, poiché, anche con la frizione chiusa sullo
strike, la pressione, che si trasmette sulle pareti in gomma
interne del supporto, è molto bassa.
(Continua
- Tecniche di Combattimento)
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