ANCORA !
Ancora qualche considerazione sulla vacanza di pesca, qualcosa,
non tutto, perché il bello é andare giù in
Kenia e scoprire e osservare le cose di persona.
Ci sono dei periodi in cui sono più abbondanti le lampughe,
lampughe a non finire, come altri momenti in cui di yellowfin
ci si stufa. Il periodo in cui siamo andati era fine dicembre,
siamo rientrati 3 giorni prima che si manifestasse lo Tsunami
di cui tutti abbiamo conosciuto le nefaste conseguenze. Non era
periodo di yellowfin eppure lontano dalla costa ce n'erano veramente
tanti e più a Sud anche di maggiori dimensioni.
Fra le due barche che trainavano in coppia, di Marlin striati
( Stripped Marlin ) ne sono stati presi due, entrambi non superavano
i 65 kg., di Vela ne sono stati presi 10 di cui 8 rilasciati con
il tag e tanto di certificato alla partenza per l'italia. Un grosso
barracuda di 24 kg., altri barracuda o similari, hanno dato sull'esca
viva ma dopo poco hanno lasciato la presa, King-fish, Whaoo, lampughe
(la più grossa era 9 kg. ma in altri periodi se netrovano
di più grosse), Marlin Black due ma entrambi hanno rotto
il terminale. Di yellowfin dai 12 ai 20 kg abbiamo perso veramente
il conto.
Avevo un'esca che utilizzata a Los Roques mi aveva regalato tante
soddisfazioni, testa piombata e gonnellino rosso, ma in queste
acque più blu e meno trasparenti dei caraibi, neanche un'allamata
di un bonito o di una lampuga. Meglio esche più chiare.
Il combattimento con questi pesci, mi riferisco in particolare
ai rostrati come Marlin striato e Vela, non ha pari rispetto a
quanto abbiamo sperimentato con il tonno rosso in adriatico. Sono
pesci più spettacolari e dopo una breve fuga con la barca
e il pesce che si allontanano, eccoli che si mettono in bella
mostra con uno o più salti e poi via ripartono all'impazzata.
Ma quando é ora del recupero, in particolare con l'attrezzatura
a disposizione in loco, più si prende lenza e più
ti vengono dietro, e più ti vengono dietro e più
si é costretti a recuperare filo per non lasciarlo in bando.
E dopo poco eccoli sotto bordo che ci regalano delle immagini
e sensazioni stupende, i colori, la linea, un'ultima fuga ...
bella l'esperienza del rilascio.
In poche parole il pesce non manca, si tratta di prendere la
settimana in cui il mare non é esageratamente mosso, anche
se mosso vuol dire onde di tanti metri ma di tipo "oceaniche",
perché difficilmente il mare sarà calmo e liscio,
condizioni poi in cui le catture sono sempre meno frequenti.
Fondamentale é avere un buon rifornimento di esche come
i balli-hoo, e se vengono a mancare sul finire della vacanza,
come é successo a noi, delle strisce di calamari faranno
la loro parte, anche se, quest'ultime non rendono come le prime.
La frizione? E' sempre bene lasciarla lenta, in particolare quando
i rostrati sono meno decisi nell'attaccare le nostre esche.
Una mattina nell'uscire in mare aperto abbiamo "incappato"
le lenze su una cima posta in mare dai pescatori locali, via così
con le danze sonore dei cicalini, una buona sveglia al mattino
presto. Cosa analoga ci é successa su un fondale di 600
metri e più, peccato che non era una secca, anche se la
sensazione era quella, bensì yellowfin a go go. Solo una
volta ci é capitato di prendere un vela, combattuto poi
da Patrizio, in mezzo ad un branco di pinna gialla.
Attenzione ai denti, barracuda, whaoo, king-fish non perdonano,
ma allo stesso modo attenzione alla spada del vela o dei marlin
che, solo da gente esperta e sicura di quello che fa, vanno presi
per il rostro con un buon paio di guanti. La lotta per la sopravvivenza
in quelle acque é dura per i loro abitanti e le armi che
siano di offesa o difesa non gli mancano proprio.
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