Il giorno dell'arrivo
Dopo neanche un'ora dall'uscita dall'aeroporto, eccoci già
in barca che ci cambiamo vestiti, e c'incremiamo a puntino per
evitare le scottature.
Di botto siamo passati dai pochi gradi sullo zero di Malpensa
ai circa 30° di quei posti, e
e chi ci pensa più
al gelido inverno padano, siamo tutti presi a fare amicizia fra
di noi e con l'equipaggio di bordo, vogliamo subito capire come
comportarci, cosa stiamo insidiando, a guardare il paesaggio costiero,
la limpidezza dell'acqua, il blu profondo e
. che diamine,
abbiamo una settimana intera da passare in mare, capiremo un po'
alla volta. Una cosa è sicura, siamo ben accolti, c'è
chi ci pensa ad innescare e a controllare le esche in pesca, nonché
a portarci dove ci sono le mangianze. Un po' di frutta, qualche
bibita e
che spassoso.
Le valige e l'attrezzatura portata (circa metà di negozio
di pesca) sono invece in viaggio su gomme portate da Eligio direttamente
da Monbasa a Shimoni, un compito che non gli aggrada perché
il suo posto è al comando dell'imbarcazione INCA, ma con
lui per il trasporto via terra, degli effetti personali, ci sentiamo
più tranquilli.
Albergo Tamarind - Mombasa
Il viaggio via mare seppur più lungo di quello via terra
ci permette di immergerci direttamente in queste fantastiche acque
ma soprattutto fa in modo che l'acclimatamento avvenga in modo
graduale grazie alla dolce "brezza" procurataci dalla
velocità di traina che varia dai 7 agli 8-9 nodi. Appena
usciti in mare aperto, ed abbandonate le correnti procurate dalle
acque che dall'insenatura si riversano nell'oceano, ecco subito
due boniti di qualche chilo che vengono "stivati" per
essere pronti all'occorrenza.
Il viaggio procede tranquillo senza particolari emozioni, le mangianze
sono tante, ma su di esse non insistiamo molto, l'esca è
già stata fatta, verso la parte terminale su scia dell'INCA
uno spettacolare salto di un whaoo sveglia l'animo dalla stanchezza
del viaggio. Il pesce manca l'esca di poco, peccato, ma il solo
spettacolo del salto e della ricaduta ci ripaga abbondantemente.
L'imbarcazione SASUMAI, che procede più accostata alla
riva ha l'opportunità di imbattersi in alcuni squali elefanti
intenti a fare incetta di gamberetti e krill costituito anche
da piccole cannocchie, uno spettacolo unico che spesso permette
di avere questi pesci molto vicini alla barca e alla portata delle
telecamere e di fronte ai quali si rimane ad osservarli per minuti
interi. Pesci enormi ma innocui, cosa insolita per queste acque
dove anche le vongole hanno denti affilati, si fa per dire, ma
una caratteristica comune ai pesci di queste acque è che
se si escludono le lampughe e i tonni pinnagialla, per i restanti
se non hanno denti aguzzi, hanno sicuramente "nasi"
affilati e pericolosi.
Siamo ormai giunti al villaggio, mancano meno di 10 miglia a Shimoni
ed è il SASUMAI con il pesce in canna, è un pesce
vela che non ha resisto alle attrazioni fatali delle loro esche.
Dopo la lunga fuga iniziale e il salto di rito del pesce fuor
d'acqua, inizia il combattimento che porteranno a termine in poco
tempo portando il pesce in barca.
Sull'imbarcazione INCA si cominciare a respirare aria di combattimento
e come non detto, dopo poco tocca proprio a lei con uno strike
notevole che coglie tutti impreparati, anche se il da farsi all'inizio
è in questi casi ben poco. La partenza è di quelle
notevoli, il filo fuoriesce dal mulinello all'impazzata, poi il
pesce salta fuori dall'acqua, e fin qui il rito è il solito,
ma il pesce non è un vela bensì un Black Marlin
di non grosse dimensioni. Dopo la ricaduta in acqua successiva
all'esecuzione del triplo salto carpiato il pesce anziché
allontanarsi ulteriormente per prendere altro filo, si dirige
verso di noi mettendo in bando il filo e pochi istanti dopo lo
vediamo fuori dal pelo dell'acqua ma non proprio in verticale
che compie enne giri su se stesso.
L'intento, voluto o no, di attorcigliarsi il terminale sul suo
rostro che, nella ricaduta in acqua e ora nel suo allontanamento,
si
si .. schianta, lo porterà a liberarsi dalla
presa fastidiosa.
Il terminale in acciaio a più fili viene rotto e il pesce,
che ormai è sparito nel profondo blu, ancora impaurito
è sicuramente fiero, fiero d'averla vinta lui.
Noi rimaniamo un po' interdetti e cerchiamo di capire come possa
essere successo, cosa si poteva fare, cosa si poteva evitare
.
ma cosa c'è di più bello quando è anche lui
che vince?
Siamo già dentro l'insenatura dove si trova il villaggio
sul mare, gli occhi sono sgranati nel memorizzare quelle immagini
della vegetazione sulla costa, i baobab sono come fari, maestosi
come sempre, tutto è nuovo, finalmente mettiamo i piedi
in terra dopo nove ore di volo e circa 6 di navigazione.
( Il
Villaggio »» )
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