Articolo di Alessandro Magno Giangio, estratto dal Forum
di discussione del Biggame.it.
Testo e foto di Alessandro Magno Giangio
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Tesori sepolti
Ai primi bagliori dell'alba, il vecchio Tristar MK 2 della RAF
atterra al Campo d'Aviazione di Wideawake dopo un volo di nove
ore dall'aeroporto militare di Brize Norton, nel Regno Unito.
Dall'aereo fermo ormai sulla pista, si vede netto il mare.
"Morning sir. Ci possiamo considerare arrivati", mi
annuncia, marziale, una biondissima sergente della RAF. "Sarà
in grado di andare a pesca appena dopo aver passato la dogana
e fatto una ricca colazione nel suo albergo a Georgetown. Ormeggio
e barche sono giusto lì: guardi!"
La grigia luce che filtra dal finestrino dell'aereo rivela nubi
basse ed un oceano calmo, quasi oleoso. In lontananza, raggi di
luce rossa e rosa si inclinano obliquamente da piccole aperture
nelle nubi, ed una nera fregata dal tipico becco ricurvo si getta
a capofitto su una mangianza, lì giù, appena sotto
la pista.
Più tardi, dopo aver ripristinato il mio povero stomaco
da quei terribili cibi inglesi, mi avvicino al molo d'attracco
delle barche charter per una prima visione del mare di Ascension,
limpido e scuro come si addice ad una sperduta isola del tesoro.
La capitale Georgetown, l'unica "town" dell'isola, è
costruita su un'area piatta sita tra il molo d'attracco e Cross
Hill, un vulcano ormai spento che sorge come un grande cono di
cenere rossastro-marrone, alto 280 metri: il nostro Hotel, l'unico
esistente sull'isola, l'Obsidian, si trova proprio tra il molo
e le pendici del vulcano.
Le barche charter sono ancorate a circa 500 metri dal molo, all'interno
della placida Clarence Bay. Da Andromeda vedo staccarsi un dinghy
con gente a me familiare a bordo che viene mi incontro festante:
sono i mate Zac Condè e Martin Bates.
Mentre li aspetto arrivare, dal molo ammiro una spiaggia bianca
e lunga sulla quale tuonano le onde, alla mia sinistra; una piccola
scogliera e una banchina in cemento con una corta spiaggia incastonata
tra di esse, riescono, in qualche modo, a raccogliere le limpide
acque smeraldine dell'Oceano Atlantico dentro una baietta, sulla
mia destra, mentre alle spalle di questo spettacolo la terra color
rosa ascende in una serie di sterili colline coniche che guardano
Green Mountain lassù, alta, nascosta da una nube. Un ragazzo
che pesca dal molo tira sù un carangide nero che si contorce.
Guardo giù nell'acqua e vedo centinaia di carangidi che,
in lotta per qualche pezzetto di cibo gettato dal ragazzino, si
spingono da tutti i lati con un tale vigore che i pesci al centro
del branco vengono sbalzati fuori dell'acqua.
In alto, uccelli marini di mille specie girano festanti in ampi
cerchi per l'inizio di una nuova giornata di grazia. Li invidio.
Per quanto desolata possa mai sembrare quest'isola, da ogni parte
la guardi, mare e cielo sono sempre pieni di vita.
Una volta a bordo di Andromeda, discuto nel briefing i possibili
piani di pesca con i capitani Les Gallagher e Matthias Henningsen,
soprattutto per cercare di ottenere il meglio possibile dalle
sei giornate di pesca che ci aspettano.
Decidiamo di dedicare tre giorni pieni a marlin blu sia con artificiali
che con esca viva; un giorno intero a yellowfin, big eye, wahoo
e dorado con gli artificiali; poi, gli ultimi due giorni "mixed
bag". Ovvero, quinto giorno: pomeriggio in drifting all'ancora
per grandi squali, tonni yellowfin e carangidi, estendendo poi
il nostro tempo a pesca di notte a grossi squali e pesci spada
in drifting con esca naturale viva e morta; sesto giorno: pomeriggio
a traina sottocosta con grossi minnow e poi a traina con gli artificiali
di notte a spada, carangidi e a che viene viene. Abbiamo dovuto
rinunciare a vela e marlin bianchi solamente perchè la
temperatura dell'acqua non era proprio perfetta per i due billfish
- sebbene Trevor sul God's Favour in quei giorni ne rilascerà
uno per specie, come catture casuali.
Come chiaramente può dimostrare il mio fotoreportage, non
abbiamo fallito nessuno dei piani programmati nel briefing con
Les e Matthias, visto che abbiamo preso e rilasciato tutte le
specie che vi ho menzionato sopranzi. Non potevamo, onestamente,
desiderare o chiedere di più.
Raramente nella mia carriera di fotoreporter di pesca sportiva
ho avuto tale opportunità e tali risultati. Quindi, ho
immediatamente riprogrammato un altro viaggio per il 2003, stavolta
per fare un tentativo serio a sailfish e marlin bianchi.
( Nirvana
)
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