Ormai siamo sul posto, un'occhiata al GPS e all'Ecoscandaglio,
é ora, cominciamo a fare la strisciata a base di sarde
precedentamente tagliate, la strisciata é breve, neanche
mezzo miglio. Nella zona in cui ci fermiamo, c'é qualche
altro equipaggio, barche e non mancano i gommoni, ma non ci sembra
una cosa esagerata.
Ci siamo, giù l'ancora, il fondale é di poco inferiore
ai 100 metri. Ma la zona é già collaudata e Coffy
non ci ha ancora bucato un'uscita. Non essendo padrone della barca
e delle attrezzature contenute, mi faccio da parte e continuo
la mia opera di pasturazione. Coffy e Pino preparano le canne
e cominciano a filarle in acqua; la barca infatti si é
già assestata.
Sono circa le 9,15 del mattino e nonostante il sole non sia ancora
molto alto, l'acqua mi appare di un blu intenso e per me, abituato
alle acque dell'adriatico, é come un sogno, uno spettacolo
irreale; mi vien voglia di berne un po'.
I gabbiani che ci hanno seguito durante la strisciata iniziale,
approffitando di qualche pezzetto di sarda rimasta a galle, ora
si sono calmati e riposano sull'acqua poco distanti da noi e aspettano,
loro lo sanno bene cosa; che prima o poi ci sarà qualche
sarda anche per loro.
Ormai siamo in perfetto assetto di pesca, manca solo di filare
la canna al volo, mentre le altre pescano già a 40 metri,
30 e 20 metri di profondità.
Il mare é calmo, la corrente é della giusta intensità,
il tanto da permettere alla pastura di disperdersi uniformemente
e con la giusta inclinazione a scendere verso il fondo. Gli innesci
della sarda sono il classico con il pesce a pancia in su, mentre
per quelle in profondità viene effettuato un ciuffo di
3 sarde innescate per gli occhi ed una T con due sarde.
In realtà inneschiamo alcune sarde più grosse
tenute da parte, anzi più che sarde classiche, sono delle
alacce di un bel colore vivace. Tutte le canne hanno il terminale
costituito da una doppiatura della lenza madre ed un terminale
in fluorocarbon dello 0,83 mm.
Siamo desiderosi di confrontarci subito con il tonno, ma passano
subito alcune ore senza nulla in vista e il morale, cotto anche
dal sole alto, comincia ad affievolirsi.
Cambio delle esche, ma vista la leggera corrente, queste tornano
su belle intatte, ma per scaramanzia, le cambiamo ugualmente.
Ci guardiamo in faccia, e al volo, capiamo che é ora di
mettere qualcosa sotto i denti, visto che anche gli equipaggi
intorno sono inattivi al momento é meglio approffitarne
ora.
Siamo ormai all'estremo, ci siamo raccontati le avventure passate
e più sensazionali, siamo ormai a corto di tutto, anche
quasi di pastura. Nonostante le canne siano ben posizionale, la
pastura fine é perfetta, quella con le sarde intere viene
variata in quantità e tempi diversi, ma ancora nulla. Basta,
bisogna cambiare qualcosa, sono ormai le 14.00 e non é
possibile! Decidiamo quindi di invertire esche e pastura. Sfiliamo
le alacce dagli ami e le mettiamo nel trituratore, mentre nelle
canne inneschiamo alcune delle sarde più grosse e ancora
ben conservate in mezzo a quelle della pastura.
Ormai non ci pensiamo più al tonno, siamo quasi rassegnati
e dopo il cambio predetto, ci rimettiamo a chiacchierare, rilassati
e seduti sotto la poca ombra presente in barca.
Ma pochi istanti dopo........
(seguente)
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