Prima allamata per la giuria, seconda e poi la terza. Ma
che sarà, si saranno chiesti gli equipaggi in gara.
Passato un po' di tempo da quella giornata e con foto alla
mano, abbiamo fermato Carlino che abitualmente frequenta
il CN Pesaro e gli abbiamo chiesto qualche informazione
circa la sua tecnica di pesca agli spinaroli. Subito ci
ha detto che in quel periodo, luglio e agosto, sono stati
presi spesso con la prole in pancia e che anche quel giorno
non è mancata l'occasione di liberarli in mare poco
dopo aver messo a bordo uno spinarolo.
Prima cosa il multifibre fino in bobina, e finale di alcuni
metri di nylon dello 0,40 a cui vanno attaccati due terminali
sempre dello stesso spessore, uno in corrispondenza del
piombo ed il secondo poco più in alto. Da ricordarsi
ovviamente di interporre girelle per evitare torsioni ai
fili, ma in particolare l'amo e l'assenza di finale in acciaio
che ora andiamo a descrivervi.
Un amo a gambo lungo del tipo impiegato per le
palamite, leggero, non esagerato perché, con l'assenza
anche del terminale in acciaio si vuole rendere l'esca il
più leggera possibile, fluttuante sul fondo del mare
in maniera quasi naturale. Terminale lungo poco più
di un metro dei nylon dello 0,40 direttamente attaccato
all'amo.
Esca, la sarda a cui viene tolta la coda per evitare
che cominci a ruotare su se stessa, l'amo viene fatto passare
nelle branchie e fatto fuoriuscire dalla bocca.
La parte finale del gambo dell'amo e il pezzo di nylon
che da qui arriva fino alla coda "tagliata" vengono
tenuti insieme con l'esca a mezzo di avvolgimenti di filo
elastico che oltre a questa funzione servono per preservare
un'esca così fragile dallo sfregamento sul fondale.
Ecco quindi un innesco che per rapporto fra dimensione
dell'esca e bocca della preda, può permettersi di
rinunciare al classico finale in acciaio tutto a vantaggio
della maggior naturalezza del nuoto da parte dell'esca.
Il finale in nylon della lunghezza di qualche metro (2,5
- 3,0 m) a cui vanno inseriti piombo sostituibile per ovviare
alla variabile corrente e scarroccio, e due terminali garantisce,
un minimo di morbidezza al moto dell'esca, ma è il
multifibra per la sua rigidità, che ci permette di
avvertire subito l'abboccata dell'esca da parte dello Spinarolo
e ferrare prima che questo ingoi completamente l'esca, perché
a quel punto addio al finale in nylon.
Il multifibra in bobina, sarà di libraggio in proporzione
alle dimensioni dei pesci che pensiamo di insidiare, gallinelle
massimo di qualche chilo e spinaroli che possono arrivare
a 6 o 7 chili, è fondamentale per questo tipo di
montatura che usa e descritto l'amico Carlino.
INFO sullo Squalo Spinarolo (Squalus acanthias)
Lo spinarolo, è uno squalo di piccole dimensioni,
se rapportate con i grandi squali, quindi poco più
di un metro o un metro e mezzo e del peso di qualche chilo,
vive abbondante nei nostri mari in particolare su fondali
e spesso gruppi di diversi individui.
Questo squalo ha sulle prime due pinne dorsali, due spine,
una per ogni pinna e a cui bisogna fare molta attenzione
perché, come tutte le spine, bucano; in particolare
quando il pesce si agita in barca fosse anche solo per levargli
l'amo dalla bocca.
Attenti oltre alle mani o ai piedi, anche ai parabordi
della barca perché anche questi in alcuni casi sono
stati bucati. Inutile dirvi della qualità delle carni,
che anche se non pregiate, si ritrovano sui banconi del
mercato del pesce.
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