Grande attesa perché alle volte bisogna aspettare
molte ore prima di sentire il suono tanto atteso del mulinello
che perde filo sotto la trazione del tonno, ma anche perché
l'attesa è per un grande evento. Ma che fare in barca
durante questi interminabili momenti?
C'è chi non vuole storie, l'uscita è dedicata
al tonno e non si parla di fare pesche alternative, il "digiuno"
invernale, la preparazione delle attrezzature, le prime
notizie di catture effettuate da equipaggi amici che hanno
avuto la possibilità di uscire i giorni precedenti.
Proprio non se ne parla! Qualche distrazione è ammessa
ma solo per comunicazioni alla radio, qualche barzelletta,
il pasto di metà giornata, il turno di riposo.
La cosa può essere anche plausibile in particolare
per le prime uscite della stagione, ma all'ennesima uscita
nell'arco di poco tempo spunta sempre fuori qualcuno che
s'impunta e riesce finalmente a smontare l'irremovibilità
del comandante. La barca è ormai in assetto perfetto
di pesca, il pozzetto é sgombro da intralci, le frizioni
sono state controllate e regolate come d'abitudine, le esche
sono state cambiate da poco, una cassa di sarda congelata
è stata legata sulla plancetta perché cominci
a scongelarsi visto che quella in uso è quasi al
termine, chi di turno alla pasturazione ha preso posto pochi
istanti prima, e comunque viene "monitorato" anche
se l'interessato non se ne accorge.
Ecco quindi che un'esca scende timidamente a piombo sotto
lo specchio della barca in scarroccio, nella speranza che
almeno lei ci porti qualcosa di nuovo. Non siamo in Alto
adriatico dove è consueto effettuare ottime pescate
di sgombri che si avvicinano alla barca attratti dagli odori
della pasturazione, pesci spesso impiegati come esche vive
per il tonno, siamo invece in un tratto di mare al traverso
di Pesaro dove il fondale va dai -50 ai -65 metri, a circa
20 miglia dalla costa e di pesce alternativo per rompere
la monotomia della grande attesa non ce n'è molto
se non nei pressi delle piattaforme o sul fondo del mare.
Pur non essendo una pesca mirata, diversi equipaggi hanno
avuto modo di imbattersi in esemplari di gallinella di qualche
chilo, anche 3 o 4 chili, pesce stupendo soprattutto quando
è vicino alla barca e fino a pochi istanti dopo essere
stata imbarcata. Ma non è l'unica sorpresa, spesso
capitano lampughe sotto la barca di peso anche esagerato
per il tratto di mare in esame. Nei mesi di luglio ed agosto
capita di prendere con una certa frequenza gli spinaroli,
squali di fondale di piccole dimensioni .
Ma a proposito di attesa, se questa è dura da sopportare
in una barca in pesca, figuriamoci su una barca giuria,
dove i componenti, quasi sempre pescatori, a parte l'inizio
gara in cui devono prendere nota delle posizioni di pesca
dei vari equipaggi in gara, per il resto hanno ben poco
da fare soprattutto se hanno delle barche o gommoni di appoggio
che si spostano nei pressi della barca che ha il tonno in
canna.
Difficile quindi che restino inattivi per ore ed ore, solo
a prendere nota delle coordinate delle allamate e degli
orari di cattura, e così nella barca giuria durante
la gara di pesca al tonno dell'agosto 2003, organizzata
dal CN Pesaro, spunta poco tempo dopo l'inizio gara, una
bella canna dal "pozzetto" della barca. E' quella
di Carlo Cortiglioni in arte o per gli amici "Carletto"
e capite, nelle sue mani
. Le sorprese non tardano
a venire.
(Continua)
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