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Bolentino invernale

 

Ritorniamo alla nostra uscita in barca.


Il periodo è buono (primi di gennaio), sul fondo nelle prossimità delle piattaforme c'è più pesce che acqua, la fauna ittica è come se fosse andata in letargo, se ne sta mezza addormentata a pochi metri dal fondo e le specie presenti sono diverse, alcune anche di notevole pregio. Non resistiamo alla tentazione e ci assumiamo il rischio, è qualche tempo che il mare non ci ha permesso un'uscita e decidiamo di uscire il giorno successivo. Tutto è pronto, rifornimento, esche, attrezzature e i panini, l'appuntamento è per le 7.45 al posto barca.
Al mattino eccoci al porto, io, Lele e Cippo, saliamo sulla stessa macchina ed andiamo in cima al porto per costatare lo stato del mare. E' una tavola e una leggera nebbia, ne impedisce la vista all'orizzonte, decidiamo di affrettarci sperando che la densa foschia si alzi almeno a metà giornata. La temperatura è bassa, siamo vicino allo zero e per salire in barca facciamo un po' di fatica a causa di uno strato di ghiaccio presente un po' dappertutto. La barca è un semicabinato ed una volta fuori dall'ormeggio chiudiamo il tendalino per non sentire spifferi di freddo. Il ghiaccio esterno non si è sciolto completamente anche se abbiamo cercato di eliminarlo con l'acqua di mare.
Si parte, motore a regime, ventidue nodi di crociera e prua verso il largo, ci aspettano circa 30-40 minuti di vela. Già a un miglio da terra la foschia è meno densa, la visibilità diviene maggiore anche se comunque limitata ad un miglio.
Fra una chiacchiera e l'altra, un occhio di riguardo alla superficie del mare per scorgere eventuali tronchi galleggianti, o altro di possibile pericolo.
Manca quasi poco, la sagoma della piattaforma comincia a delinearsi davanti ai nostri occhi, smetto di guardare il GPS e la bussola e punto la prua dritta al castello di metallo. Siamo rilassati e tranquilli, ma un grido disumano di Cippo AAAHhhhhhhh ………, ci manda l'adrenalina a cento, non abbiamo visto un tronco sulla rotta pensiamo subito io e Lele, e invece Cippo finisce il grido con ………La Torre……(e con calma e tranquillità) ……attenti, attenti a non andarci a sbattere; Cas … Cippo, è ancora a più di un miglio, e via altre imprecazioni…………., rallento la velocità e mi scappa un cazzotto; intanto del caffè non ne abbiamo più bisogno.
Passato lo shock, eccoci in zona, rallentiamo e ci prepariamo per la pesca.
Ci sembra di essere sulla luna, nessuno ai nostri occhi, siamo soli, niente smog e l'unico rumore, alquanto fastidioso, che rompe il silenzio ad intervalli brevi è quello del nautofono posto sulla piattaforma per segnalazioni di sicurezza. Il mare si è calmato notevolmente ed è uno spasso solo il pensiero di passare alcune ore a godere, in compagnia, nella speranza che il sole, debole, abbandoni la sua timidezza e ci scaldi un po' di più.

(segue)

 


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18 Gennaio - 2002 (Powered by Net Tuna)