Alla Gallipolina
A volte succede che, anche in questi tempi in cui la tecnologia
ed i computer la fanno da padroni, la tradizione ci venga
in aiuto e che la stessa tradizione, condita e supportata
da materiali moderni, porti alla soluzione di problemi.
Una di queste felici unioni tra tradizione e modernità
è rappresentata dalla traina a mano per la pesca
di fondo detta da molti alla Gallipolina. Quanti di noi
dediti alla pesca di ricciole e dentici, ma anche di cernie
con il vivo ha dovuto affrontare il problema di sapere esattamente
a quale altezza dal fondo si trova la nostra aguglia, ma
anche di sollevare velocemente la stessa esca quando si
vede un bel salto repentino del fondale? Tutti sicuramente.
Con questo attrezzo infatti, non solo si ha la cognizione
dell'effettiva profondità in cui si trova l'esca
con buona approssimazione, ma si riesce in velocità
ad evitare le asperità del fondo che lo scandaglio
ci indica.
Attrezzatura
Dunque gli ingredienti di questa ricetta tipicamente mediterranea
ed apparentemente un po' complessa sono:
- Una matassa da 100 metri di nylon da mm. 1,20 o tournament
da 130 lbs;
- N. 5 girelle da 130 lbs del tipo a cuscinetti (le mustad
vanno bene, perché le Sampo costano troppo);
- N. 20 piombi a oliva da gr. 100;
- Un sughero grande (meglio se enorme!)
- N. 1 girella Sampo (questa si!) dello stesso libbraggio
del terminale;
- N. 1 girella con moschettone molto grossa;
- Uno spezzone di nylon, meglio se fluorcarbon da 8/10
m., da 0,80 di diametro (80/90 LBS)
- Uno spezzone di nylon da 12/15 m., da 90/100 di diametro
(100LBS)
( Preparazione
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