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Indice Tecniche di Pesca

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La pesca al pesce spada

 

 

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Traina allo spada di notte? con gli artificiali?

 

SOGNI ARTIFICIALI

 

Si, perché questa nuova tecnica, proveniente dal Kenya, non è soltanto pratica ma estremamente efficace e produttiva.

Esistono persone in grado di lasciare dei segni indelebili. Gli anglosassoni li chiamano braveheart.

Ho avuto il privilegio di conoscerne tre in Kenya i quali hanno lasciato segni grandissimi nel mondo della pesca d'altura, lanciando nuove sfide in campi d'azione estremamente difficili, quali ad esempio la pesca al pesce spada in generale, di notte più in particolare.

 

Avevo già parlato di loro in precedenti articoli sull'argomento, quando avevano trovato un terminale fantastico per la pesca a drifting al pesce spada e quando riuscirono a "colonizzare" il North Kenya Banks da un punto di vista sportivo.

Parlo ovviamente di tre skipper anglo-kenyoti, di Mark Rider Haggard e Peter Glover (skipper dell'Hemingways Resort) e di Paul Angus (skipper e proprietario della Kingfisher).

 

Gli ultimi due devono comunque al primo braveheart gran parte delle loro conoscenze sull'argomento. Mark Rider non è più all'Hemingways Resort in Kenya: dopo una lunga militanza all'Artmarina in Guatemala e Brasile, è in attesa di andare a lavorare in un altro hot spot, molto probabilmente a Huatulco in Messico.

Peter e Paul invece sono ancora in Kenya. Il posto di Mark è ora di Ali Al-Harazi che capitana il famoso B's Nest all'Hemingways resort con il quale ho affrontato questa nuova tecnica lo scorso Febbraio.

 

La scoperta

Di questa tecnica avevo avuto una breve ma interessante esperienza già a bordo del B's Nest con Mark nel 1993, quando passai diverse notti a drifting allo spada al North Kenya Banks.

Mark mi disse che stava sperimentando una nuova tecnica impiegando gli artificiali in traina di notte. I risultati erano già incoraggianti ma i numeri di pesci allamati non ancora alti da giustificare un cambio di tendenza.

"Più che i numeri", mi disse comunque Mark, "mi mancano ancora alcuni "refinements", (ovvero finezze tecniche) per portare tali cifre a livelli più confortanti". Mark era sicuro di ciò che gli frullava per la testa.

 

Ricordo che mi fece vedere, e mi regalò, c'é l'ho ancora in casa per ricordo- un artificiale tipo Kona della Murray Bros. viola-nero-argento con nella testa due scanalature per l'introduzione degli starlight.

Mark trainava di notte nei tragitti di spostamento tra un bank e l'altro (sui quali pescava a drifting col calamaro morto), queste bestie da 13 pollici a 6-7 nodi riportando sempre dei potenti bite con qualche hook up di spada, oltreché di tonni yellowfin, dorado, nonchè qualche vela e marlin.

 

Mark però, al di là di tutto, aveva capito una cosa fondamentale: che il ritenere lo spada un animale sospettosissimo e difficile da far diventare aggressivo era soltanto un luogo comune.

Un luogo comune che usciva fuori dalla scarsa esperienza sull'argomento dettata più da una vecchia tecnica che era adeguata solo sino ad un certo punto: il drifting con calamaro morto, appunto.

Una tecnica che presentava a questo animale un'esca statica, spesso poco fresca, e reattiva per nulla al suo arrivo e al suo attacco. Tant'è che con questa tecnica, a parte spada, tonnetti skipjack e squali, raramente si era pescato dell'altro.

 

Segno inequivocabile che lo spada fa invece parte di una schiera di pesci tuttaltro che furbi, altro che chiacchere e strane teorie. Altrimenti se ne sarebbe stato lontano da quel calamaro lasciando a pesci suppostamente meno intelligenti (marlin e vela) quella specie di pasto immobile e semi puzzolente.

O no? Al contrario dell'opinione dei più quindi, Mark aveva capito che lo spada è un pesce veloce e aggressivo, in grado di bruciare la lenza sulla pinza dell'outrigger allo strike, una cosa capace soltanto al mako, allo yellowfin e al marlin blu, talvolta.

 

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22 Ottobre - 2003