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GHANA: tanti e grandi Marlin




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Racconti ed immagini di alcune catture segnalateci per l'anno in corso.








Tanti e Grandi Marlin in Ghana

Dolci conclusioni

Indubbiamente, il Ghana si è ormai seduto, a pieno diritto, su uno dei troni del Gotha della pesca ai big billfish. Risulta più che probabile che molte storie e leggende saranno scritte in queste acque in un prossimo futuro, siano esse riguardanti pesci giganteschi come record del mondo in convenzionale o a mosca; tuttavia, il Ghana non offre soltanto ai pescatori una grande occasione di visitare un luogo di pesca insolito, diverso da tutti gli altri, ma soprattutto una irripetibile occasione di agganciare il pesce che vale una vita di pesca.

BOX 1
Gli spari sotto
Il famoso regista francese di riprese subacquee, Gerard Aulong (Canale Season), ha trascorso quasi un anno a bordo dei due charter di pesca della GBMFC, per osservare e studiare i marlin in caccia nel loro ambiente naturale, dietro la scia della barca, tramite l'ausilio di una speciale apparecchiatura digitale, costruita appositamente per questo genere di riprese dalla Panasonic tedesca. Ho avuto il privilegio di assistere per tre giorni a tali riprese sullo Shy III: l'apparecchiatura consta di un computer, un monitor al plasma posizionato sul fly e due telecamere a siluro posizionate sulla scia dei teaser. In tal modo, sia l'operatore che il capitano, potevano osservare l'arrivo, l'approccio e l'attacco dei pesci in diretta sul monitor con lo schermo diviso in due, uno per telecamera!
Oltre mille ore di effettiva ripresa sui marlin, hanno portato a delle prime conclusioni assai interessanti - conclusioni discusse e approfondite con i capitani e i mate delle barche, ovviamente - che saranno di enorme utilità ai pescatori per incrementare il loro strike ratio.
Infatti, i due equipaggi della GBMFC, grazie a queste conclusioni, hanno potuto incrementare di oltre l'80 per cento il loro strike ratio, un risultato al di fuori della portata della maggior parte delle barche che praticano la pesca al marlin con gli artificiali.
In primis, soltanto il 30 per cento dei marlin si porta sull'esca arrivando dal basso; il 70 per cento insegue la possibile preda lateralmente in superficie. Lo strike iniziale generalmente viene portato dall'interno verso l'esterno, cioè a dire che il marlin si porta al centro della scia della barca, e poi parte verso l'esterno inseguendo una delle esche scelte ai lati; quindi, l'afferra o la colpisce sempre portandosela verso l'esterno.
I marlin, comunque, sono piuttosto maldestri, per non dire goffi. Infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, falliscono l'obiettivo, ecco perché se ne prendono pochi con gli artificiali. Questo spiega anche perché ci siano così tante prede a giro: d'altronde Madre Natura organizza predatori e prede su queste basi.
In ogni caso, non appena le barche del GBMFC hanno ridotto la loro andatura di traina da 9 a 6-7 nodi, si è avuta una prima, significativa impennata dello strike ratio dal 45 al 65 per cento.
Per le stesse ragioni, le dimensioni degli artificiali e degli ami sono state ridotte dalla taglia Magnum a quella Big o Standard con un ulteriore guadagno nello strike ratio di 15-18 punti, prova ne sia anche l'aggancio di numerosi grander su esche medie - e la perdita per rottura di lenza dopo oltre 11 ore di combattimento, di un double-grander (2000 libbre) su un Williamson da 11 pollici, il novembre passato.
Circa il 70 per cento degli strike ai lure viene portato direttamente col rostro del marlin, nel tentativo di tramortire la preda. Anche nel caso di fallimento dell'attacco, il marlin ripete con altri tentativi il suo intendimento, anche per altri 10 minuti; onde per cui, una volta fallito un attacco, la barca deve essere tenuta in rotta originale per almeno 5 minuti prima di ritornare indietro sul punto di primo strike.
Un altro preziosissimo suggerimento è di trainare le esche sulla stessa linea a distanze equivalenti, cioè a dire entrambe le lenze a lungo ed entrambe le lenze a corto alla stessa distanza dalla poppa, in quanto il marlin, una volta entrato sulla scia di un esca, possa averne un'altra sulla quale fare la sua scelta, alla stessa distanza. Infatti, quasi tutti i marlin osservati sono risultati inclini ad osservare entrambe le esche e, poi, a decidere quale attaccare per prima.
La questione invece, sul perché l'outrigger di destra e la flat line di destra siano enormemente più produttive rispetto alle omonime di sinistra, rimane ancora un mistero, sebbene sembra confermato che, comunque, il marlin riesce a vedere e/o inquadrare meglio un obiettivo che si trova a sinistra con l'occhio sinistro, il che si traduce, per noi che guardiamo dalla parte opposta, in un miglior approccio del pesce al lato destro della barca in traina.
Gerard Aulong ha realizzato un video in VHS che condensa in quasi due ore il meglio delle azioni subacquee di cui sopra.

(Segue)


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28 Febbraio - 2002 (Powered by Net Tuna)