TECNICA di COMBATTIMENTO n.5
Allontanandoci con la barca, cambiamo la direzione di tiro
rispetto alla verticale. Riprendendo a forzare, il pesce
si sbilancia e, non riuscendo più a tenere il fondo,
tende a risalire.
Tale azione è ancora più efficace se oltre
alla direzione di tiro in verticale, la cambiamo anche in
orizzontale, curvando con l'imbarcazione. Il tonno non ha
più il tempo di trovare un assetto costante di nuoto
con cui poterci contrastare e deve cedere metro per metro
alla nostra azione di recupero, facendosi talvolta prendere
dal panico, con azioni di fuga, che gli fiaccano ulteriormente
i muscoli ed il "fiato".
Per ragioni di idrodinamicità, un tonno in fuga
raccoglie tutte le pinne dorsali e pettorali dentro le apposite
cavità, chiude bocca ed opercoli, poi parte in perfetta
apnea. In preda al panico e con la fatica di un già
lungo combattimento alle spalle, tali fughe sono estremamente
sfiancanti, soprattutto se non gli concedete alcun momento
di tregua, per recuperare il debito d'ossigeno.
Non c'è da meravigliarsi se, talvolta, dopo queste
piccole fughe, che si fanno sempre più brevi, il
pesce si faccia avvicinare con relativa facilità.
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La macchia chiara, che si incomincia ad intravedere,
è il tonno, ha incominciato a fare i "giri",
il gioco si fa ora veramente difficile. |
Finalmente il nodo della doppiatura esce dall'acqua. Cerchiamo
di conquistare due spire di doppiatura sulla bobina, dopodiché
passiamo la leva della frizione sul full ed ingraniamo comunque
la ridotta.
E' giunto il momento di fare veramente sul serio. Sediamoci
con forza sull'harness e confidiamo sull'azione della canna
per riuscire con la sua elasticità a guadagnare lentamente
centimetro su centimetro.
A questo punto le pompate sono brevissime e rapide, mirate
più a rubare il tempo alle pinneggiate del tonno,
che ad effettuare una vera e propria azione di pompaggio.
Non bisogna ora alleggerire un attimo il tiro, pena la
ripartenza del tonno, che può avere il tempo di girarsi
e trovare assetto e forza per sfilare altra lenza. L'imbarcazione
deve continuamente manovrare per seguire le evoluzioni del
pesce e non dargli la possibilità di prendere filo
o di portarsi in posizione pericolosa per la lenza.
Non bisogna a questo punto avere eccessiva fretta, come,
spesso, la vista della doppiatura in bobina inconsciamente
ci suggerisce.
Il momento è sicuramente uno dei più critici;
un' azione troppo violenta, nervosa o a scatti, può
indurre il pesce a raccogliere tutte le ultime forze rimaste
e a tentare un ultimo disperato tentativo di fuga, che può,
cogliendoci di sorpresa, ridargli la libertà.
Molto meglio è operare con forza, ma in maniera
omogenea, limitandoci, con un veloce e cortissimo abbassamento
della canna, a far rientrare la lenza, che, viene passivamente
recuperata dall'elasticità della canna nelle pause
fra una pinneggiata e l'altra.
E' buona norma, comunque, tenersi sempre pronti ad alleggerire
la frizione sullo strike, tutte le volte che il tonno, ripartendo,
fa uscire nuovamente la doppiatura, nonostante il freno
portato sul full.
Riducete prontamente la frizione anche nel caso in cui
vi troviate improvvisamente sbilanciati da una reazione
violenta del pesce, che, con un freno così chiuso
e con così poco filo in acqua, si trasmette sempre
in maniera brutale, con notevoli pericoli persino per la
propria incolumità.
Non crediate che il pericolo di finire in mare, sia un'eventualità
remota. Soprattutto con murate basse o con la sola presenza
dei rails, basta uno sbilanciamento temporaneo per ritrovarsi
fuori bordo.
Per queste disgraziate evenienze è INDISPENSABILE
essere direttamente legati ad una cima robusta tenuta lenta,
fissata all'altro capo ad un punto sicuro della barca.
La lunghezza di tale cima deve essere abbondante, per
poterci permettere una notevole mobilità a bordo
e, in caso di caduta in mare, per dare la possibilità
di allontanarsi a distanza sufficiente per evitare urti
contro angoli, eliche o plancette dell'imbarcazione. Tale
precauzione è assolutamente irrinunciabile fin dalle
prime fasi del combattimento.
Provate ad immaginarvi di finire sott'acqua completamente
legati dall'imbracatura ad un complesso canna - mulinello
del peso di 10 chili abbondati, con un tonno gigante in
fuga, che tenta con tutta la sua forza di affondare.
Cadendo fuori bordo, avete probabilmente anche preso qualche
colpo, inoltre siete sbilanciati e sotto shock; quante probabilità
avete di riuscire, in tempo utile, a coordinarvi, per riuscire,
alla cieca, a raggiungere i moschettoni d'aggancio ed ad
aprirli?
Risposta: nessuna!!!
Perciò preparate in anticipo tale cima.
(Continua
- Tecniche di Combattimento)
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