E' un tipo di nodo questo usato per comporre terminali per varie
tecniche di pesca e non ultimo anche nella pesca del tonno. Quindi
per lenze sottili ma anche di libraggio consistente, fino a 50
e 80 libbre.
Da anni lo realizzo per i terminali impiegati nella pesca del
tonno e con successo. Spesso ne confeziono diversi con questo
nodo in particolare per chi si reca a pescare in tirreno o in
sicilia, ma anche sardegna, dove cioé le acque limpide
e chiare ancora stentano a far decollare la pratica dell'impiombatura.
E' quindi un nodo che non teme la presa del tonno, é tenace
e resistente; l'unica cosa un po' fastidiosa é che nell'esecuzione,
nella fase di avvolgimento delle spire lungo il gambo dell'amo,
il filo, ruotando su se stesso, tende ad arricciarsi nelle fasi
finali.
Adoperando una buona quantità di filo, che dovrà
poi essere passato all'interno del nodo tramite scorrimento, tale
inconveniente viene diminuito per la maggior distribuzione della
torsione.
Le prime volte magari usate una maggiore quantità di filo,
così se non siete proprio convinti della corretta esecuzione,
potrete rieseguirlo eliminandone un breve tratto finale del futuro
terminale.
Al termine dell'esecuzione Il filo o meglio i due tratti paralleli
del filo si troveranno all'interno e protetti dalle spire del
nodo.
Ne le spire ne i due tratti di filo dovranno in alcun modo sovrapporsi
pena il rischio di rottura e la perdita della preda. Un consiglio,
nel qualcaso non fosse come poc'anzi detto, rieseguitelo.
Un'ultima precauzione: solo se l'anello dell'amo é storto
rispetto al gambo, infilerete il nylon che va verso la madre,
al suo interno, altrimenti lasciatelo libero.
(esecuzione
del nodo)
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