Luna,
il satellite naturale della terra con la quale costituisce ciò che può
essere considerato un pianeta doppio. La sua orbita intorno alla terra é
quasi circolare ad una distanza di circa 60 volte il raggio della terra. La distanza
dalla terra é massima all'apogeo (406.740 Km) e minima all'epigeo (356.410
Km). Caratteristiche fisicheIl rapporto tra la massa della
Terra e quella della Luna è pari a 81,302 +- 0,01, come risulta da misurazioni
accurate delle accelerazioni di satelliti artificiali in caduta libera. È
facile quindi risalire, dalla massa della Terra e dal volume della Luna, alla
densità di quest'ultima, che risulta mediamente pari a 3,340 g/cm3, molto
inferiore quindi a quella della Terra. Anche il campo gravitazionale della
Luna è molto inferiore a quello della Terra l'accelerazione di gravità
è di 1,6 m/s2 e la velocità di fuga è di 2,38 m/s (11 ,2
sulla Terra). Pur cosi piccolo, il campo gravitazionale lunare esercita
una sensibile azione attrattiva sulla Terra il cui effetto più rilevante
è costituito dalla sua influenza sulle maree, rallentando anche la rotazione
della Terra, con la conseguenza che il giorno terrestre anche se in modo impercettibie
continua ad aumentare. Le prime misurazioni sui satelliti artificiali in
orbita lunare permisero di osservare nella Luna, per la prima volta ne11968, forti
concentrazioni di massa, i cosiddetti "mascon" dalle dimensioni di un
centinaio di chilometri e situati a un centinaio di chilometri di profondità.
La luce proveniente dalla Luna è in massima parte luce solare riflessa
e ne ha quindi la stessa composizione, a parte una certa prevalenza delle lunghezze
d'onda maggiori. L'albedo lunare, cioè la frazione di luce solare
riflessa, è pari a 0,07 (7%). Per effetto della luce riflessa dalla Terra
(luce cinerea), la Luna mostra una leggera luminosità anche nella fase
di novilunio. La temperatura della superficie lunare, causa l'assenza completa
di atmosfera e la bassissima capacità termica del suolo lunare, ha oscillazioni
di circa 270 °C nell'arco di un giorno lunare (14 giorni terrestri), da massimi
di 120 °C a minimi di 150 °C durante la notte Le informazioni ottenute
dalle missioni lunari Apollo e dagli studi con sonde senza equipaggio hanno portato
alla definizione di un modello attendibile della struttura interna della Luna.
Lo strato superficiale formato da sabbia e polvere (regolite) arriva in alcuni
punti anche a 20 m di profondità. Lo spessore della crosta è in
media di 60 km: al di sotto di essa si trova il mantello che arriva a ca 1000
km di profondità. A profondità maggiori si trova una zona parzialmente
fusa chiamata astenosfera. La parte più interna è il nucleo
lunare, presumibilmente del diametro di ca. 1000 km, ricco di ferro, probabilmente
liquido e a una temperatura di circa 1500 °C. I sismometri lasciati sul suolo
lunare nel corso di differenti missioni hanno registrato terremoti lunari sia
di tipo superficiale, sia di tipo profondo. Si è appurato che gli
eventi sismici sono dovuti alla caduta di meteoriti e a sommovimenti che hanno
luogo all'interno della Luna stessa. Questi ultimi sono più frequenti quando
la Luna si trova più vicina alla Terra e sono pertanto attribuibili ad
azioni gravitazionali, del nostro pianeta. Composizione chimicaLa
materia che costituisce la crosta lunare ha composizione simile a quella della
crosta terrestre. Nelle rocce lunari portate sulla Terra, tutte di composizione
basaltica, sono stati trovati solo tre nuovi minerali. Dallo studio di queste
rocce non è emersa una chiara soluzione del problema dell'origine della
Luna: non è da escludere che si sia staccata dalla Terra per effetto di
marea, mentre è improbabile che si tratti di un corpo vagante nello spazio
catturato dalla Terra, in quanto le rocce lunari più antiche hanno la stessa
età del Sistema solare Formazioni lunari La superficie lunare è
completamente ricoperta da formazioni di vario tipo, tutte sovrapposte a due tipi
fondamentali di suolo, uno lucido, piano e scuro, con potere riflettente attorno
a1 6% e l'altro corrugato e più chiaro, con albedo attorno al 15%. Il primo
tipo è correlato ai cosiddetti mari e il secondo ai continenti lunari sopraelevati
rispetto ai mari. Continenti e mari sono nomi convenzionali in quanto sulla
Luna, come non esiste atmosfera, non esiste, e probabilmente non è mai
esistita acqua. Le regioni continentali occupano 2/3 della faccia visibile della
Luna e quasi tutta quella nascosta. Dopo i mari le più riguardevoli
formazioni lunari sono i crateri. I crateri sono di dimensioni molto differenti:
hanno bordi montagnosi, il loro fondo è spesso più basso della superficie
che li circonda e non di rado nel centro si alza una montagna. Alcuni crateri,
detti crateri raggiati, come il cratere Tycho, hanno "raggi" formati
da materiale roccioso che si diparte a raggiera da essi. Vi sono anche molte formazioni,
minori degne di osservazione, come le fenditure e i crepacci (rille). Vi
sono anche alcune caratteristiche osservabili del paesaggio lunare a carattere
particolarmente effimero: si tratta dei cosiddetti Fenomeni Lunari Transienti
che prendono forma di colorazioni, lampi di luce o leggeri offuscamenti di particolari
della superficie. L 'esplorazione della LunaLa Luna fu osservata
per la prima volta con un cannocchiale da Galileo che ne disegnò una mappa.
La prima mappa accurata con la nomenclatura attuale per le montagne lunari fu
pubblicata da J Hevelius nel 1647. Con l'avvento della fotografia furono
redatti atlanti lunari sempre più completi, fino al recente Photographic
Lunar Atlas di G. P. Kuyper e alla mappa della faccia invisibile dalla Terra realizzata
sulla base delle fotografie riprese dalle sonde spaziali sovietiche e statunitensi.
L'era dell'esplorazione lunare fu aperta nel 1959 da tre sonde sovietiche che
inviarono a terra preziose informazioni scientifiche, osservando tra l'altro l'assenza
di un campo magnetico lunare e fotografando per la prima volta la faccia nascosta
del nostro satellite. Dopo il successo del primo atterraggio morbido della
sonda automatica sovietica Lunik 9, gli Statunitensi intrapresero il progetto
di fotografare dettagliatamente il suolo lunare. Le sonde Lunar Orbiter fotografarono
praticamente tutto il suolo lunare rendendo così possibile il progetto
Apollo di esplorazione umana della luna (1961-1971). Nella prima fase del progetto
fu messo a punto il razzo Saturno, un vettore in grado di portare sulla Luna un
carico utile elevato. Contemporaneamente venne studiato a terra il veicolo
destinato a scendere sul suolo lunare, chiamato anch'esso Apollo. Nella seconda
fase, iniziata nel 1967, furono sperimentate le tecniche necessarie per organizzare
la discesa dell'uomo sulla Luna e il suo ritorno sulla Terra. Nel 1969
ebbe inizio la terza fase che il 20 Luglio 1969 portò sulla superficie
lunare gli astronauti statunitensi N. Armstrong e E. Aldrin. L'esplorazione diretta
del suolo lunare fu poi continuata dagli stessi Statunitensi con equipaggi umani
e dai Sovietici con sonde automatiche. ( Fasi
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