Una volta giunti sulla zona abbiamo deciso di controllare per
prima la seconda nassa, quella calata in fretta senza una adeguata
localizzazione.
Dopo aver sudato 4 camicie per tirar su la cesta da una profondità
di 35 metri, siamo stati sorpresi di trovare ciò che certamente
non ci aspettavamo ma che lo stesso rappresentava una piacevole
sorpresa. Dentro la cesta c'erano 2 snappers, 1 piccola che abbiamo
rilasciato subito, l'altra ci ha impegnato più di 10 minuti
e che esperienza é stata quella di rischiare di essere
morsi da un vivissimo snapper di 4kg quando abbiamo cercato di
tirarlo fuori dalla cesta. Dopo averlo messo nel ghiaccio abbiamo
tirato su l'altra cesta, con vive speranze di trovarci qualcosa
di grosso.
Con la prima cesta non ci eravamo impegnati molto ma con questa
invece avevamo lavorato bene e tirandola su, il suo peso ci ha
confermato che qualcosa c'era di certo. Così ora si trattava
di veder se c'erano altri snappers o le ben meritate aragoste.
Dopo un braccio di ferro con la cesta, le nostre speranze sono
aumentate perché tirandola a bordo era come avere nella
cesta uno snapper di 15kg: 6 bellissime aragoste e come erano
grosse!
Dopo un primo tentativo di tirar fuori la più grossa,
abbiamo deciso di farlo più tardi e puntare direttamente
per Rapid Bay. 15 minuti dopo il mare cominciava a calare man
mano che ci avvicinavamo a terra e dopo aver inserito il pilota
automatico, Vince ed io eravamo nel pozzetto ad ammirare la nostra
pescata ed eravamo così contenti che avevamo completamente
scordato le condizioni del mare e la fatica per tirar su le ceste.
Una volta arrivati a Rapid Bay, abbiamo deciso di ancorarci e
fare un altro tentativo per tirar fuori le grandi aragoste. Dopo
varie altre "battaglie" l'unica cosa da fare era quella
di tagliare le lunghe antenne. In questo modo abbiamo potuto tirarle
fuori.
Quando le abbiamo pesate abbiamo scoperto con l'immenso piacere
che le due più grosse pesavano una 2,8 kg e l'altra 3,8
kg. Erano quasi le 2 e l'arrivo della stanca di marea ci ha fatto
pensare a quei whiting che avrebbero a breve potuto cominciare
a mangiare sulle poste scoperte il giorno prima.
Così, arrivando sul posto, abbiamo localizzato la zona
dove eventualmente potevano trovarsi i pesci. Comunque, la mia
ricerca non era basata sul colore dei pesci nell'eco, ma sulle
caratteristiche dei fondali. Dopo un primo tentativo di ancoraggio
andato a vuoto, ci siamo finalmente appostati.
Entro pochi secondi ci siamo trovati in mezzo a un branco frenetico
di whiting e in meno di un'ora ne abbiamo pescati più di
2 dozzine.
Ero così contento del fatto di aver provato a Vince che
proprio quella era la zona buona per pescare gli whiting, che
ho deciso di ritornare a casa e ripetere l'esperienza il giorno
dopo. All'arrivo in banchina, mi stava aspettando un amico da
Adelaide (che tempismo!).
Eugene voleva venire con noi per il giorno 4 e la vista di quelle
aragoste lo deve aver fatto pentire di aver scelto la giornata
sbagliata.
A casa ci aspettava un pasto succulento, vino e allegria.
(Continua)
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