Imbarcare il pesce
Sembra la cosa più banale e scevra di pericoli ma
anche qui le insidie sono presenti. Il pesce se di
grosse dimensioni, parlo di pesi oltre i 200 kg anche se
già 150 Kg iniziano ad essere non pochi, non è
facile da tirare e sistemare in plancetta. Siamo in tre
che tirano con le cime, ma quello posto sulla testa del
pesce ha il maggiore carico sulla schiena: non facciamo
gli eroi, procediamo in sintonia e tempistiche precise perché
il mal di schiena, per lo schiacciamento di un disco della
colonna vertebrale, ce lo portiamo poi per diverso tempo.
Sulla plancetta c'è già un grosso pesce legato,
dobbiamo imbarcarne un altro, giornata indimenticabile !
Attenzione nel fare scivolare il tonno dalla murata fin
dentro il pozzetto perché quando da una fasi di stasi
il pesce comincia a scivolare dentro è inarrestabile
sia per il peso che il muco che ha esternamente che ne impedisce
la presa. La discesa può essere "disastrosa"
per chi vi ha le gambe e i piedi nella sua traiettoria.
La barca è piccola? Non c'è la plancetta?
Non c'è posto per il tonno nel pozzetto? Il tonno
alla fine viene legato esternamente su un lato della barca
oppure a poppa. Niente di più facile, non c'è
dubbio! Ma occhio allo squalo bianco perché davanti
a Senigallia ed Ancona è già successo che
il grosso squalo si sia avvicinato alla barca e in alcuni
casi abbia anche mutilato il pesce (tonno o squalo volpe);
niente di male, ma se siamo su una barca di neanche 7 metri
con uno squalo di diversi quintali che si aggira attirato
dal sangue del tonno non è certo una situazione di
pesca in sicurezza.
In gommone
Con il gommone è quasi tutto molto più semplice
in particolare se vi è la sedia a prua. Il mezzo
nautico è più basso, la presenza delle camere
d'aria, tutto sembra fatto e studiato per la pesca ma, al
momento della ferrata c'è chi va in panico ed abbandona
il raffio. Il pesce è grosso, e il solo pensiero
di non riuscire a tenere il raffio con il rischio di tagliare
una camera d'aria fa desistere in molti dal compito finale
di presa del tonno. E' bene essere determinati e convinti
perché questo è il primo passo per non commettere
errori banali. Vista la conformazione del mezzo attenzione
va posta anche agli ami che non perdonano, meglio sarebbe
avere solo tuna circle o circle hook.
In Stand up
Gli stessi imprevisti che possono capitare nel combattimento
sulla sedia si presentano ugualmente in questo contesto
nel quale però l'equilibrio è più instabile.
Importante sarà avere sempre qualcuno dietro pronto
a prenderci o trattenerci qualora qualcosa non vada per
il verso giusto.
E per lo squalo volpe? Non ne abbiamo parlato ma,
inutile dirlo, quando il pesce è raffiato sotto la
barca molta attenzione va fatta alla coda che lo squalo
lancia verso l'ostacolo nel tentativo disperato di liberarsi
trovandovi spesso il pescatore distratto che dovrà
accusare la botta. Lo squalo volpe non ha una grande bocca
e i denti seppur di modeste dimensioni sono sempre comunque
affilati, attenzione però perché anche se
è parecchio tempo che il pesce è fuori dall'acqua,
basta "un non so che" che riprende vitalità.
L'attrezzatura
Con tonni di modeste dimensioni non sarà difficile
portare a termine il combattimento, sarà solo questione
di tempi maggiori che comunque non giovano alla riuscita
del tutto (nodi in particolare). Ma con tonni Giganti, intorno
ai 200 Kg e più di peso, la scelta di una buona attrezzatura
sarà solamente a favore sia del risultato finale
ma anche e soprattutto della salute fisica dell'angler.
Una canna da 130 libbre super rigida ci aiuterà ben
poco nelle pompate per il recupero della lenza, quando poi
il pesce é alla picca sotto la barca (in verticale)
tutto lo sforzo graviterà sulla schiena e sulla zona
renale. Una canna troppo morbida alla stessa stregua non
ci aiuterà con la sua zione di ritorno a recuperare
il filo e le conseguenze sono tempi di combattimento più
prolungati, cosa non salutare per l'angler e l'attrezzatura.
La canna deve avere un'azione di ritorno capace di coadiuvare
l'angler nell'azione di recupero del pesce. Ne sono successe
un po' di tutti i colori come la canna che si rompe vicino
al manico (vedi foto) e dopo attimi di incertezza é
stato dato filo affinché il pesce non sentisse più
trazione, una volta tagliato é stato legato alla
lenza di una canna a cui invece era stato tolto precedentemente
del filo. Ma é successo anche di canne che si sono
schiantate crando una miriade di pezzi volati in aria e
in faccia all'angler che per fortuna aveva un paio di occhiali
da sole. Mulinelli che a causa del surriscaldamento si sono
bloccati causando la rottura della lenza e lasciando al
tonno poche speranze di sopravvivenza (centinaia di metri
di lenza da trascinarsi dietro con tutta la resistenza che
ha in acqua). Non é quindi importante soltanto la
sicurezza del pescatore che peraltro viene in primis, ma
anche la sopravvivenza del pesce che ci offre l'occasione
di un combattimento sportivo e che tale deve rimanere.
Le condizioni meteo? Forse vale la penna soffermarcisi
per qualche riga, ma inutile dirlo che sono meglio 10 rientri
affrettati ed anticipati che prendere solo una volta la
burrasca. Avvisati da una telefonata della mamma tutta preoccupata,
vengono a sapere che in spiaggia erano volati gli ombrelloni
(piccola tromba d'aria). Distanza dal porto circa 35 miglia,
non fanno una telefonata di verifica la Club di appartenenza
e pensano alla solita mamma ansiosa. Il mare é calma
cippa, come dicono dalle nostre parti. Il barometro segna
tempesta: < E' sicuramente rotto e da cambiare al rientro
in porto> Poi iniziano ad intravvedere i primi scuri
arrivare da Ovest.
Il tempo di togliere le canne in pesca, dare una lavata
e riassetto al pozzetto e fare alcune miglia che si trovano
nel bel mezzo di una tempesta. Fortuna é stata che
la barca era grossa come del resto erano potenti i motori
ma solo dopo diverse ore hanno rivisto l'imboccatura del
porto e non la augurano a nessuno un'esperienza analoga.
C'é anche chi ha saggiamente interrotto il combattimento
tagliando la lenza e rientrando a tutto motore in porto.
La sicurezza propria e dell'equipaggio quindi innanzi a
tutto.
Altre situazioni sono capitate, ne abbiamo elencate
solo alcune collegandole alle differenti fasi di pesca del
tonno, il tutto nell'ottica di informare che è bene
prepararsi fisicamente oltre che tecnicamente e che nonostante
sia tutto chiaro, in quei momenti di stanchezza o di caos
è sempre bene tenersi lucidi e pronti ad evitare
il peggio. Il combattimento con tonni giganti spesso si
protrae per diverse ore cosa che in estate, per la forte
sudorazione, non sono semplici da sopportare e i Sali persi
vanno adeguatamente integrati. Non dimentichiamo mai di
adattare le attrezzature a chi quel giorno dovrà
andare in canna; bastano poche accortezze come quello di
posizionare bene la pedana della sedia ad una distanza adeguata
alla lunghezza delle gambe dell'angler di turno, analogamente
per il giubbotto che dovrà essere provato prima di
indossarlo per il combattimento. Ore di pressione dell'attrezzatura
sulla schiena o sui reni possono portare alla lunga, o solo
per quella volta, a conseguenze sgradevoli e che non valgono
la vita di un pesce. L'angler a cui scivolano i piedi sulla
pedana della sedia e si trova con le ginocchia sopra a questa
!
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