Il grosso tonno di due quintali è appeso a testa
in giù alla gru dello squero di Portoverde e dalla
bocca beotamente aperta gocciola uno scuro sangue ceroso.
Il solito capannello di turisti curiosi mi tempesta di domande:
"E' uno squalo?", "E' pericoloso?",
"Con che rete l'avete preso?".
Mostrando il sottile 0,80 da 80 libbre, dal brusio afferro
distintamente la parola "balle", mentre nessuno
aveva avuto niente da ridire quando avevo risposto che si
trattava di un sardone gigante. Ancora una volta questa
penosa scena mi è divenuta veramente insopportabile.
Non sono passate due ore da quando i due tonni giganti,
richiamati dalla scia del chunking sul filo della corrente
della deriva, davano spettacolo, ingoiando sardine a pochi
metri dalla barca, increspando la superficie del mare senza
nemmeno arrivare a sfiorarla. Ogni passaggio, strappava
un'esclamazione di meraviglia ed ammirazione. Solo dopo
mezz'ora, il fantastico carosello si era concluso con l'abboccata
e la conseguente condanna a morte.
Basta!!! Il prossimo lo targhiamo.
Dopo avere democraticamente illustrato le mie intenzioni
al resto dell'equipaggio, aggiungendo che chi non è
d'accordo può anche starsene a terra, ottengo uno
spontaneo consenso. Enes è l'unico a mantenersi scettico
sull'utilità dell'operazione, bofonchiando le solite
elucubrazioni su muscoli intossicati dall'acido lattico
e cuori spaccati in due dallo sforzo.
Cominciamo a preparare il tag stick, l'asta per il punzone.
Prendiamo l'asta nera in vetroresina della Billfish Foundation,
sostituiamo la punta, bloccata da una brugola, con un'altra,
cava, adatta ai tag dell'ICAAT e la spessoriamo con un cilindretto
di plastica nera, così il punzone non potrà
penetrare sotto pelle per più di quattro centimetri.
Il 12 agosto '94, due giorni dopo, è una giornata
con tutti i crismi per una battuta ai giganti, sole e leggera
brezza mattutina da NordOvest, preludio al famoso "giro",
inteso come direzione del vento. Quando sarà il primo
pomeriggio si alzerà lo scirocchetto, scarroccio
ideale per i tonni che inizieranno a mangiare sul serio.
"ELI IV" è pronta, con il pieno
di carburante, sarde e gran parata di canne e mulinelli
dorati nel pozzetto.
Appena in vela si apre la discussione sui ruoli a bordo:
io filerò le canne e mi occuperò della marcatura,
Beppe mi condurrà il terminale di quattro metri a
portata di tag, Andrea alle manette ed Enes alla canna.
Non posso permettermi di andare alla canna, il rischio è
che Enes, libero da tale impegno, usi le sue arti magiche
per trasformare il punzone in raffio.
( seguito
)
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