Motivi di attacco ed organi sensori dei pesci
Poi sono ipermetropi (vedono meglio da lontano che
da vicino) ed il loro campo visivo arriva fino ad una decina
di metri. Si aggiunga che la posizione laterale degli occhi
gli impediscono una visione corretta e precisa. Infatti
i pesci hanno due tipi di visioni: una monoculare ed un'altra
binoculare. La visione binoculare orizzontale è
certamente più nitida ma ha un cono molto ristretto,
non più di trenta gradi, e nei primi centimetri davanti
al muso non vedono affatto per la posizione laterale degli
occhi (disegno n1).
Per vedere un oggetto negli ultimi centimetri di avvicinamento
devono girarsi ed inquadrarlo con un solo occhio. Questa
visione che è la monoculare ha un ampio angolo,fino
a 150 gradi (dis.1), ma essendo data da un solo occhio è
poco nitida. La migliore visione i pesci ce l'hanno se un'esca
gli passa sopra. La visione verticale è binoculare,
più nitida, e di ampio angolo fino a 100 gradi a
forma di cono rovesciato (dis.2).
Per quanto riguarda la percezione dei colori l'argomento
è molto ampio ma cercherò di semplificarlo
al massimo. Non tutti i pesci percepiscono i colori, alcuni
ne vedono una parte e tra quelli che invece li vedono completamente
sicuramente non hanno una visione come noi la intendiamo
fuori dell'acqua.
La visione dei colori, oltre che essere influenzata da
particolari recettori posti nella retina, muta notevolmente
con la profondità fino alla scomparsa, a secondo
della temperatura, della salinità e delle particelle
in sospensione. Tutte queste cause cambiano la propagazione
della luce ed i primi colori a mutare sono quelli dello
spettro dei rossi fino agli ultimi che appartengono allo
spettro dei blu.
Gli occhi dei pesci come quello di tutti gli invertebrati
hanno due recettori : le cellule a cono e le cellule
a bacchetta. Le cellule a bacchetta sono i recettori dominanti
nella visione notturna, non individuano i colori ma hanno
una forte percezione della visione del movimento e del contrasto.
Le cellule a coni sono i recettori dominanti nella visione
diurna e dei colori. Noi umani vediamo i colori perché
la nostra retina contiene tre differenti tipi di coni, rosso,
verde e blu, chiamati cosi dal colore che più assorbono.
Noi non vediamo raggi di luce più lunghi (lunghezza
d'onda), come gli infrarossi come pure quelli più
corti, gli ultravioletti. Tra i pesci che vedono i colori
ci sono alcuni come le trote che hanno tre recettori a coni
ed hanno una visione molto simile alla nostra (considerando
per simile la nostra visione sott'acqua). Altri pesci invece
hanno solo due coni (rosso e grigio) ma vedono gli ultravioletti.
Altri ancora, come il marlin striato, hanno tre tipologie
di coni, come noi, ma molto ristretti (non vedono le gradazioni
) e tutti e tre sensibili solo al blu ed al verde. Il marlin
striato non vede i rossi e gli ultravioletti, ma cosa strana
quando è eccitato gli compaiono sul dorso delle fasce
verticali che hanno sfumature ultraultraviolette, colore
molto ben visto dalle sue prede preferite, i makarel.
La visione del movimento, che è data dai
recettori a bacchette, per un predatore è la più
importante. In altre parole un predatore deve vedere un
oggetto in movimento per considerarlo una potenziale preda.
Gli uomini misurano la visione del movimento intorno ai
50/60 cicli al secondo. I pesci in generale hanno questa
frequenza molto più bassa, eccetto i predatori che
ce l'hanno molto vicina alla nostra. Inoltre la frequenza
della visione del movimento è influenzata dalla temperatura
corporea. Una grande parte di predatori, a differenza di
molti altri pesci, riescono a mantenere la temperatura corporea
più alta dell'acqua circostante. Questo è
un bel vantaggio per i predatori in caccia, in quanto vedono
molto meglio delle loro prede in acque più fredde.
In particolare lo spada ha un organo, molto simile ad una
membrana, che gli protegge occhi e cervello. Questo gli
permette di avere una visione del movimento 12 volte migliore
a 100 mt. e 7 volte migliore a 300 mt., rispetto alle sue
prede.
In definitiva c'è da considerare che i pesci in
alcuni comportamenti non sono differenti da altre specie
e da noi uomini. Incontreremo i più pavidi ed i più
coraggiosi, i sani ed i malati, gli imprudenti ed i sospettosi.
A volte pesci più piccoli ma più giovani combatteranno
più energicamente di altri. Questo anche a seconda
della temperatura dell'acqua e da dove sono allamati, oppure
se combattuti di giorno o di notte (vedi spada)!
Il mondo marino, come tutto in natura, è complesso
ed immenso . Per Folco Quilici è il "sesto continente",
per Moitessier era "il Grande Capo", per il più
erudito dei biologi è ancora da studiare ed osservare
per noi pescatori è una grande e continua sfida.
E' bene formarsi le proprie convinzioni e teorie ma dobbiamo
essere pronti e disponibili a cambiarle se necessario perché
il mondo marino è un meraviglioso equilibrio in continua
evoluzione ed espansione. Quante volte siamo usciti per
mare certi di poter ripetere l'ultima fortunata e ben riuscita
pescata ?
E quante volte ciò si è avverato? Questo
dimostra che situazioni identiche a mare è difficilissimo
trovarle. Situazioni simili è più probabile,
ma di certo la regola sarà il cambiamento o meglio
l'evoluzione.
Quando incontreremo qualcuno che vorrà farci credere
di sapere tutto, ma proprio tutto, sulla pesca continuiamo
dritti per la nostra strada perché questa sua convinzione,
presuntuosa e sbagliata, non gli permetterà più
di migliorare!!
P.S. lo scopo di divulgazione di queste nozioni
non è per sentirmi come si dice a Napoli " o'
professore".
So bene che molti già sapevano, ma per quei pochi
che non sapevano ed ora sanno, sarà più facile
fare delle proprie scelte rispetto ai colori e posizione
delle esche in acqua !
Igfa capt. Salvatore Mele
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