Contrariamente a quello che tutti pensano ed addirittura
in certe gare catch and release è obbligatorio fare,
per aumentare le chance di sopravvivenza, è molto
meglio usare ami inox anziché in acciaio normale.
Studi scientifici fatti negli Stati Uniti, hanno confermato
inconfutabilmente che la percentuale di sopravvivenza aumenta
di un buon 30% usando l'inox e si tratta di test fatti su
pesci realmente pescati e rilasciati in normali battute
e non in laboratorio. Anche i cosiddetti ami degradabili,
si decompongono, se lasciati sott'acqua, ove il tenore di
ossigeno per la ossidazione è molto basso, solo dopo
tempi superiori ad un anno, portando ad infezioni ed irritazioni
estremamente pericolose.
Del resto nessun dentista vi farebbe un lavoro in bocca
usando del normale acciaio, mentre l'acciaio inox è
usato anche per gli apparecchi correttivi fissi.
Il tonno, libero dalla trazione, continua per un attimo
a nuotare nella stessa direzione ed allo stesso ritmo di
prima. Un po' alla volta la lama d'acqua che lo ricopre
si ispessisce e quando i colori del pesce già cominciano
a sfumarsi nel blu, si raddrizza e scoda veloce verso il
fondo. Lo stimiamo intorno ai centosessanta chili.
Al rientro in porto siamo euforici, come sempre dopo un'importante
cattura, ma nessuno degna di uno sguardo la bandierina rossa
con la T bianca, che abbiamo issato alta su un outrigger,
anche perché a calamitare l'attenzione di turisti
e pescatori è l'ostentazione del grosso tonno appeso
alla gru appena sbarcato dal "Coa fai" degli amici
Andrea ed Ettore.
Lo guardo e mi aspetto la solita botta di invidia, che
sempre mi pervade in queste occasioni. Ed invece niente,
o meglio qualcosa dentro avverto, ma si tratta di una sensazione
diversa, nuova, molto più stemperata, difficile da
definire.
Una sottile pena mi muove la vista di quella carcassa totalmente
plumbea, dai grandi occhi bovini sfuocati verso il vuoto.
Lo fisso attentamente e mi rendo conto che non può
essere un tonno, od, almeno, quella povera cosa appesa non
può essere il fiero combattente, considerato universalmente
la preda più ostica ed ambita da tutti i pescatori
del mondo.
Gli mancano il colore e la vitalità, è completamente
grigio ed immoto, mentre l'ultima immagine che conservo
è di un animale splendido nei suoi colori e nella
sua possente forza, che si allontana con una piccola strisciolina
gialla sul blu del dorso, onorificenza a gloria sia del
pesce per la combattività, sia dell'angler per l'abilità
con cui ha saputo vincerlo e per l'onore con cui gli ha
reso la libertà.
( seguito
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