Traina costiera ai dentici e ricciole con il calamaro
Giovedì 12 febbraio 2004,
purtroppo non tutto è andato per il verso giusto, ma a
Napoli si dice: non è sempre Natale:
devo ammettere che uscire il pomeriggio, in pieno inverno, e trascorrere
tutta la notte a pescare calamari per poi alle prime luci dell'alba
iniziare a trainare è una bella uscita tosta.
Ero immerso in questi pensieri quando squilla il telefono:
- ciao Sasa' sono Sandro, hai da fare domani?
- ed io: no, sono libero se ti va possiamo combinare,
- ok ci vediamo domani alle 16 in barca,
poche parole e tanta voglia di andare di nuovo per mare.
Mi reimmergo nei miei pensieri e mi rendo conto che da un paio
d'anni, cioè dalla partenza di Enrico (squalo volpe e tante
altre avventure), non avevo un compagno di pesca cosi. In questi
due anni dovevo sempre promuovere io le uscite, scegliere i posti
e le adeguate tecniche di pesca.
QUANTE RESPONSABILITA' !!!! E se qualcosa andava storto era tutto
a mio il carico.
Ma adesso le cose sembrano cambiate....... il giorno dopo usciamo
ma sembra che di calamari proprio non ce ne siano. E' quasi l'alba
e già pensiamo agli eventuali rimedi.
Abbiamo i "sabiky" terminali giapponesi con piumette
e perline molto efficaci per tutti i pesci che stazionano a mezz'acqua.
Se non faremo i calamari proveremo con qualche sugarello o sgombro.
Sono le 7.00, tra un quarto d'ora sorge il sole, quando sento
sulla mia lenza una pompata formidabile e subito dopo un'altra.
Non dico niente e comincio il recupero con un impegno totale.
Se li slamo non me lo potrei mai perdonare. Quando finalmente
li intravedo grido a Sandro: " il guadino, presto ".
E lui : Sasà sei " o' mast' dei calamari".
Siamo contenti ma sappiamo pure che due esche sono molto poche
per trainare cosi vicino al fondo. per di piu i calamari, Ahime',
vengono attaccati proprio da tutti i pesci, anche per staccarne
solo un tentacolo. Consapevoli di ciò incominciamo lo stesso
a trainare.
Dopo un po' la stanchezza ha il sopravvento e vado sotto coperta
a stendere la mia schiena su qualcosa di morbido. Il tempo di
sentire le palpebre pesanti che ecco con tono ironico e di sfotto'
che Sandro urla: Sasinoooooo (che sarei io) prendi il
raffioooo, presto.
Mi precipito fuori senza scarpe e vedo un dentice a bocca aperta
che aspetta solo di venire a bordo. Penso: caz
ho trovato
proprio uno più tosto di me.
Non si arrende mai e gli sforzi si sa prima o poi vengono premiati........
abbiamo un altro calamaro, un boccone ideale per la ricciola è
quasi 50 cm. peserà 500/600 gr ma decidiamo di cambiare
posto ed andare sul lato di NW di Ischia , forio.
Qui sulla batimetrica tra i 40 e 65 mt abbiamo allamato sempre
pesci superiori ai 30kg. ma commettiamo un errore, forse per la
stanchezza, continuiamo a pescare con una 12 lbs molto morbida
e molto divertente per i dentici, ma non per le ricciolone che
vogliamo insidiare ora.
L'acqua è molto torbida ma questo non ci preoccupa tanto
perché il calamaro è davvero molto grande, ed infatti,
mentre il dentice morde più volte e poi ingoia la ricciola
risucchia da dietro..... vedo la canna piegarsi all'inverosimile
e quando la sfiliamo dal porta canne già ha preso 150 mt
di multifibre.
Ma quando si ferma caz.. quando.... finiscono i 300 mt. di multifibra
e vediamo la giunzione con il naylon, non c'è storia peccato.
Non gira la testa e non si ferma caz.... proviamo un'ultima disperata
manovra, una larga curva in modo da tentare di sbilanciare il
pesce e fargli girare la testa......ma è troppo tardi.
Struscia sugli scogli e vedo la canna ritornare in posizione
di riposo repentinamente.
Recuperiamo in fretta perché siamo curiosi di vedere dove
abbiamo rotto: la rottura è nella giunzione tra il nero
del dacron e il terminale. Peccato......un po' delusi ritorniamo
analizzando i nostri errori per non commetterli la prossima volta.
Si, perché la prossima uscita sarà pensata e mirata
solo per lei ..........non penserà mica di cavarsela cosi
facilmente.
Salvatore Mele
Sport
Fishing in Napoli
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