..... il Seguito,
Sempre più fiduciosi ed incuranti del mare ormai davvero
mosso (vento a 18-21kns), effettuiamo nuovi passaggi e l'abboccata
non si fa attendere. Stavolta recupero io. Sandro ai comandi muove
la barca alla perfezione nonostante il mare, ma il pesce non vuole
sentire ragioni e rimane ben piantato a fondo. Nonostante cercassimo
di forzarlo, il filo recuperato veniva perso pochi attimi dopo.
Iniziamo, quindi, a pensare ad una "combattiva" ricciola
invernale di discreta taglia.
Dopo una decina di minuti di tira e molla avverto tre - quattro
testate, ma il pesce non ce la fa a ripartire. Capisco che è
"cotto" e inizio a forzarlo per farlo venire su. Sganciato
il piombo guardiano, uno splendido dentice di 4,5 chili aggalla
lontano dalla barca e si lascia trascinare fino alla raffiata
finale. Lo guardiamo stupiti e meravigliati e pensiamo a cosa
avesse mangiato per avere tutta quest'energia!
A causa del mare, la nostra zona di pesca è quasi impraticabile
e optiamo per un rapido spostamento di una decina di miglia in
un luogo un po' più ridossato.
Un tiepido sole ci scalda e riprendiamo l'azione di pesca. Purtroppo
nelle due ore seguenti (mentre io cercavo di farmi un pisolino
in cabina!) una coppia di dentici decide di cibarsi della nostra
esca, senza rimanere ferrata.
Il primo, infatti, aggredisce con un solo morso il povero calamaro
e riesce a strapparlo dagli ami, mentre il secondo, un po' per
sfortuna e un po' per disattenzione di Massimo che era alla canna,
riesce a dilaniare l'esca ed andare via.
A questo punto esco fuori e decidiamo di tentare l'ultima carta,
in quanto un bel gruppo di nuvole nere ci sta venendo incontro
lasciando presagire un forte acquazzone. Sandro, con la solita
maestria, innesca velocemente un calamaro davvero grosso, mi passa
la canna e si mette ai comandi dicendomi : ora te ne servo un
altro!
Dolcemente porta la barca verso la scaduta di una bella secca
e appena inizia la risalita a quota meno 50, mi dice di calare
l'esca a fondo e di tenermi pronto. Dopo solo pochi secondi (forse
si era preventivamente accordato con il pesce!) avverto netta
l'abboccata, cedo filo, aspetto che abbia ingoiato il boccone
e poi ferro. Il dentice (2,9kg) stavolta non fa troppe storie
e giunge rapido a paiolo.
Sono già le 12e30. Giusto il tempo di slamare il pesce
e scattare qualche foto, richiesta con particolare insistenza
dal gioioso equipaggio, che già ho affondato le manette
per fare rotta in porto.
Il mare ci mostra ora tutta la sua forza, ci spinge dal giardinetto
di sinistra e sono spesso costretto a "liberare" tutti
gli oltre 400 cavalli in sala macchina per scavalcare i "muri"
d'acqua che ci se-parano dalla nostra meta.
Matteo mi invita spesso a non girarmi indietro e a non guardare
l'altezza delle onde che avevamo appena passato, pena un discreto
attacco di panico! Per fortuna rientriamo sani e salvi in porto
e Sandro, anche in questa occasione provvidenziale, si attacca
ai fornelli di bordo (è tra l'altro un eccellente cuoco)
per riscaldare l'ottima pasta al forno alla siciliana cucinata
per l'occasione.
Una grandiosa conclusione del week-end!
Dentici sulla
plancetta della barca "Se ti pesco
"
Sandro e
Vittorio con i dentici alla pesa
Vittorio Rizzo - Napoli.
3B Craft 25, equipaggio "Se ti pesco
"
( Inizio
racconto )
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