Tony con wahoo
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Santo Domingo
Boca Chica - Gennaio 2007
FOTO
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Per il secondo anno consecutivo le vacanze invernali ho
avuto la fortuna di poterle trascorrere a Santo Domingo,
e devo dire che già sto pensando di tornarci!
L'anno scorso avendo pochi giorni a disposizione ho scelto
un villaggio in last minute a Bayahibe, tutto molto bello
ma niente a che vedere con la realtà dominicana.
Quest'anno mi sono organizzato con più anticipo e
la scelta è caduta su Boca Chica, sia per la splendida
spiaggia di sabbia corallina contornata da palme e affacciata
in un tratto di mare di colore verde smeraldo racchiuso
dalla barriera corallina, situazione che avrebbe soddisfatto
tutte le esigenze della mia compagna, ma soprattutto perché
l'albergo che veniva proposto era situato proprio di fronte
alla banchina dove sono attraccati i charter per la pesca
d'altura!
Detto e fatto! Il 10 gennaio mi trovavo proprio su quel
molo a cercare informazioni per prenotare qualche uscita
di pesca, li incontro Andrea e Lamberto, due ragazzi italiani
gestori e fondatori del centro pesca "Hispaniola Fishing
Trips," i quali hanno tre barche ben attrezzate a disposizione
per i charter, dopo avermi illustrato barca, tipo di pesca,
attrezzature ecc ecc, accordo tre uscite, ovviamente la
prima subito la mattina seguente
.
Andrea e Lamberto onestamente mi confessano subito che gennaio
non è il mese migliore per la pesca, va molto a giornate
e può capitare di tornare a mani vuote, ma che avrebbero
fatto di tutto per portare al raffio qualche bel pesce.
Si pesca innescando su ami di generose dimensioni balahoo
e pesci volanti ricoperti con delle imitazioni di octopus
in gomma colorata e terminali rigorosamente in acciaio,
vista la massiccia presenza di wahoo, linee in nylon e dacron,
e si traina su punti ben definiti nei quali vengono messe
foglie di palma legate a delle boe chiamate "balse",
che vengono posizionate ancorate su fondali dai 1300 ai
1600 mt e che hanno la funzione di aggregare i pesci di
tutte le dimensioni ed ovviamente richiamano i predatori,
specialmente wahoo e dorado.
La prima uscita si è conclusa con un cappotto totale!!!
Neanche una partenza, un po' di delusione ma la bellezza
del mar dei caraibi appaga lo stesso..
Dopo due giorni ripeto l'uscita, questa volta la giornata
inizia bene, infatti non appena filate in acqua le esche
e arrivati nei pressi della prima balsa immediatamente parte
il cicalino di una stand-up che uno dei marinai prontamente
sfila dal porta canne e mi passa in sedia, in poco tempo
un wahoo di modeste dimensioni viene portato a bordo,
si
era rotto il ghiaccio e tutto faceva sperare in una giornata
proficua, ma purtroppo il tutto si è appiattito vedendoci
trainare su altri otto "hot spot" e avendo solo
un'altra partenza conclusa con una netta amputazione dell'esca
ad opera sicuramente di un wahoo.
Mi restava quindi la terza uscita, per la quale Andrea mi
consigliò di attendere due tre giorni, poiché
si attendeva un po' di cambiamento meteo e in quei momenti
il pesce diventa molto più attivo, seguo quindi il
suo consiglio e lascio trascorrere tre giorni.
Il giorno prima dell'uscita dalla sdraio vedo rientrare
il Bertram 38 con il quale l'indomani avrei fatto l'ultima
uscita, vado quindi a vedere se hanno fatto delle catture
e per gli accordi dell'ultimo minuto, mentre arrivo vedo
accorrere parecchia gente e arrivato al molo stavano ancora
sbarcando sei splendidi dorado, tutti di ottima taglia!!
Questo ovviamente mi ha caricato non di poco intuendo che
qualcosa forse era cambiato, incontro poi Andrea con il
quale accordiamo l'orario di partenza alla mattina e mi
dice che stando alle previsioni dovrebbe alzarsi vento,
fattore questo molto redditizio.
Tutto pronto, alle 6,45 sono già al molo con Adriana,
un po' assonnata, ma anche lei curiosa di scoprire se oggi
ci fosse stata la cattura di qualche bel pesce, saliamo
a bordo, tempo di un caffè e si salpa!
Mentre si naviga i marinai Josè e Pablo innescano
gli ami e li ripongono ordinatamente nella ghiacciaia, poi
procedono a collegare i terminali ai moschettoni, a posizionare
le canne, aprono gli out-rigger e appena nei pressi della
prima balsa Andrea rallenta e dà l'ok per filare
in acqua le esche che non appena in trazione iniziano a
guizzare nella schiuma. Appena finito di tendere le lenze
agli out-rigger ecco che parte una frizione, parte velocissima,
in un attimo Pablo raggiunge la canna e ferra. Da qui trascorrono
circa venti minuti che a me sembrarono attimi, per portare
a raffio un bellissimo wahoo, ma proprio mentre questo veniva
issato a bordo Andrea mi passa un'altra canna della quale
avevo solo sentito suonare il cicalino, poi me la sono trovata
in mano e a combattere un altro wahoo ancora più
grosso che per più di mezz'ora mi ha tenuto inchiodato
a pompare per portarlo sotto bordo, finalmente due pesci
che tutto ad un tratto mi hanno appagato delle uscite precedenti,
ma il bello ancora deve arrivare.
Andrea ripassa un paio di volte ancora accanto alla balsa
che ci ha regalato i primi due pesci ma niente, quindi si
recuperano le canne e ci si porta a provare in un'altra
a poche miglia dalla prima.
Stessa procedura, si filano le esche in scia, ma questa
volta in sedia c'è Adriana! Adesso è il suo
turno! Non si attende molto, appena le esche filano nei
pressi delle foglie di palma parte dall'out-rigger una linea
e questa volta è Andrea che ferra un bel dorado che
subito inizia a saltare e a prendere lenza, un round che
ha tenuto impegnata Adriana per più di venti minuti.
Si ripassa più volte ma nessun altra partenza
e si riparte per un'altra zona.
Proprio mentre stiamo navigando per raggiungere le altre
balse il tempo inizia a cambiare, si alza un po' di vento,
arrivano delle grosse nuvole scure e ci troviamo in mezzo
ad un acquazzone che, in questo periodo, non durano più
di dieci minuti, ma è stato quello che bastava per
portare in attività il pesce, proprio mentre iniziava
a ricomparire il sole Josè urla dal posto di comando
"Tigereta, tigereta" che in spagnolo vuol dire
"fregata" cioè uno di quegli uccelli neri
che spesso si vedono nei documentari di animali tropicali,
va bè la cosa importante è che quando si avvistano
e stazionano in un zona, significa che sotto c'è
il pesce o i pesci e di solito grossi predatori. Immediatamente
si filano le esche e quasi subito un dorado femmina è
allamato! Segue il combattimento e un altro bel pesce è
a bordo!
Si rimettono in pesca le linee e giusto il tempo di arrivare
in prossimità di dove volteggiano due "tigareta"
all'improvviso si vede di netto un dorado grossissimo saltare
all'altezza di dove sguazzano le esche e in un istante una
frizione gridare! Immediata la ferrata di Andrea il quale
mi passa la canna, stesso copione di prima ma questa volta
ci vorrà un'ora per riuscire a portarlo a bordo,
grossissimo, 57 libbre e ha opposto una difesa estrema,
ben tre volte portato a tiro di raffio e ripartito con salti
e fughe spettacolari, alla fine abbiamo vinto noi, è
stata l'ultima cattura della giornata, sicuramente indimenticabile!!
Antonio Bet, (Tony!!)
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