Sulla spiaggia della Tasmania in Australia, (luglio
2002), Guinness da primati .
Il calamaro nella foto, ritrovato morto su una spiaggia
in Australia, aveva un peso di circa pesa 250 Kg., e tentacoli
di quasi 18 metri di lunghezza. Si tratta del terzo avvistamento
in poco meno di 16, uno avuto nel 1986 e l'altro nel 1991,
sempre e comunque di animali morti.
In realtà lunghezza e peso non rispecchiano proporzioni
riscontrate su altri avvistamenti o recuperi di navi oceanografiche,
dove con lunghezze inferiori (8 metri) si avevano pesi di
circa una tonnellata. Che il peso non sia elevato rispetto
alla lunghezza dei tentacoli, può essere dovuto al
fatto che vi sia stata una perdita causa la lunga permanenza
in mare.
Il curatore di zoologia del museo, David Pemberton di Hobart,
per caratteristiche mai riscontrate prima (lunghi muscoli
attaccati a ciascun tentacolo) dichiara:
"Fa sicuramente parte del gruppo dei calamari giganti
- ha detto David Pemberton - ma alcune delle sue caratteristiche
ci hanno messo il dubbio che si possa trattare di una nuova
specie perciò abbiamo chiesto aiuto ad alcuni specialisti
che svolgeranno uno studio per stabilirlo".
I ritrovamenti di carcasse di questi abitanti degli abissi
marini non sembrano più eventi straordinari che ci
riportano alla memoria i racconti di Giulio Verne
in "Ventimila leghe sotto i mari" dove però
trattasi di polpi visti con grosse lenti d'ingrandimento.
L'episodio a cui si ispirò nel racconto, era realmente
accaduto ma non era appunto una piovra bensì un calamaro
gigante (Architenthis Rex) anch'esso morto e maleodorante,
che un mercantile francese si è trovato sulla propria
rotta. Era lungo una ventina di metri.
Vivi, ma chissà se sono della stessa specie,
e di dimensioni più modeste ma comunque di svariate
decine di chili qualcuno l'estate scorsa (2002) ha avuto
modo di incontrarli di notte nel Mar Ligure occidentale,
durante il recupero delle proprie lenze, ma che solo in
porto ha avuto la conferma data da i resti d'inchiostro
sulla prua della barca, molto abbondanti. Per non dire poi
di quando recuperando i pesci, all'ennesimo strattonato
e mozzato si è visto a pochi metri e in superficie,
illuminato dal faretto della barca, una grosso calamaro
lungo alcuni metri che non curante della barca, si aggirava
con movimenti e scatti non consoni alla sua mole. Avrete
capito di chi parliamo? Di calamari e di Diego (vedi forum)
E' di pochi giorni fa la notizia ANSA che citava
l'incontro insolito fra un calamaro gigante morto e il trimarano
di un noto velista francese in pensione Oliver De Kersuason,
al largo di Madeira in pieno Oceano in piena notte. Stava
provando l'imbarcazione per una delle sue prossime avventure
del giro del mondo senza scalo, quando ha sentito delle
vibrazioni e rallentando l'andatura si è accorto
del mostro che per traino momentaneo della barca sembrava
avvinghiato ad essa, ma
fortunatamente era già
morto.
Di questi mostri marini, si sa ben poco e quel poco deriva
dagli studi sull'anatomia del corpo (carcasse) o dei resti
di cibo trovati all'interno degli stomaci dei capodogli
che di essi si cibano e che dai balenieri a loro volta sono
stati uccisi in tutti gli oceani del mondo.
Poco o pochissimo si sa sul comportamento e la vita di questi
esseri, così c'è chi asserisce che vivono
a grandi profondità, qualche migliaio di metri, non
sopportano le acque calde e la luce del sole che filtra
dalla superficie, così quando giungono in superficie,
sono praticamente morti. Per fortuna!! Per l'alto contenuto
nel sangue di emocianina che esige temperature fredde tipiche
dei fondali degli abissi marini, si suppone che l'essere
viva esclusivamente a quelle profondità.
I ritrovamenti delle carcasse hanno potuto constatare che
il suo sangue è azzurro per l'altra concentrazione
di ioni ammoniacali, ha due cuori che si contraggono contemporaneamente,
e che i due tentacoli in più rispetto ai polpi, di
oltre dieci metri, possiedono delle punte a forma di dardo
con quattro file di ventose di 15-25 cm e dai bordi seghettati.
|