Sasa - Napoli
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A trazione verticale
Della traina, sia con artificiali che con il vivo, l'aspetto
che più mi attrae ed affascina è quello di
sentirmi predatore in caccia; navigare per andare a scovare
le mie prede. Acuire i miei sensi per ottenere un buon risultato
mi astrae da tutto e tutti, dai miei problemi e progetti
futuri. Sono sospeso tra pensieri che passano ma non stazionano,
non mi affliggono ne tormentano, solo scorrono come il mare
sotto la carena della mia barca. Un buddista direbbe che
sto meditando; invece è solo pesca : un virus che
quando ti prende è difficile che ti molli.
E pensare che proprio in oriente sboccia la nostra ultima
passione: il vertical jigging.
In una uscita a traina si possono ispezionare 3,4 forse
5 posti al massimo con il vertical quando esco ispeziono
16 anche 18 posti, calo solo dove l'eco mi mostra qualcosa
di interessante e dopo qualche jiggata via a tutto motore
sul prossimo waypoint, accorciando al massimo i tempi morti.
Mi sono chiesto più volte senza darmi una risposta,
come possa essere stata concepita nel mistico oriente una
pesca così frenetica.
I pescatori subacquei in apnea riescono a diventare parte
integrante del paesaggio marino cadendo a foglia morta sul
fondale ed effettuando lunghi aspetti, solo così
possono vincere la forte diffidenza di dentici e cernie
che li considerano appunto "parte del paesaggio marino".
Questi predatori territoriali abituandosi alla loro presenza
e non considerandoli più intrusi si avvicinano e
si lasciano ingannare.Il nostro jig invece deve fare l'esatto
contrario; non deve mai diventare parte del paesaggio marino
ma solo un elemento disturbatore,solo così verrà
attaccato. Per questo motivo se il nostro jig non viene
attaccato dopo le prime jiggate, anche schizzando molto
vicino alle nostre prede, insisto solo un poco per appagare
ogni mio dubbio ma poi cambio decisamente posto evitando
che la mia esca diventi parte integrante del paesaggio marino
perdendo ogni velleità.
Inoltre nella traina con il vivo e piombo guardiano sono
arrivato ad accorciare di molto il terminale per ispezionare
meglio le scadute quando vado a pesca di predatori stanziali,
ciò sicuramente disturba il passaggio della mia esca
ma non c'è altra soluzione. Il vertical invece, rispetto
alla traina che agisce in orizzontale , è una tecnica
micidiale per i predatori stanziali perchè va a sondare
tutti gli anfratti, fosse e risalite millimetricamente.
Cambia tutta la geometria di pesca anche nel recupero, dove
il pesce si trova già in tiro verticale e quindi
gli riesce difficile organizzare una difesa valida mettendo
testa sotto. Quasi tutti i trainasti hanno avuto la sventura
di perdere pesci che riescono a raggiungere anfratti rocciosi
dopo una furiosa fuga. Visto che nel vertical tutte le nostre
preoccupazioni sulla visibilità vengono annullate
da un corretto movimento della nostra esca potremo sovradimensionare
i nostri terminali avendo cosi la possibilità di
ferrare i pesci a frizioni molto serrate, Quindi senza cedere
un centimetro di filo se il pesce è allamato in bocca
e le sue dimensioni lo permettono le porteremo a bordo senza
difficoltà. Se invece le nostre prede saranno allamate
esternamente la bocca, come spesso accade avremo un forte
rischio di stracciare le loro carni e perderle . Loro sicuramente
faranno tesoro di questa esperienza e la stamperanno a caratteri
cubitali nel proprio DNA. Portare a bordo prede veramente
grosse e potenti come ricciole e tonni rossi di taglia senza
cedere filo sarà molto difficile se allamate esternamente
la bocca e noi non potremo mai sapere questo particolare
prima di averle a bordo. Quindi se avremo ferrato un pesce
di taglia, a mezz'acqua come sempre accade per tonni e ricciole
degne di questo nome, meglio dargli un po' di sfogo, mai
troppo ma quel tanto che basta, diminuendo l'attrito della
frizione.
Ora proviamo a fare un'altra considerazione
cercando di entrare nei comportamenti di una delle nostre
prede.
Il mondo marino è meraviglioso. Dopo l'ultima perturbazione
la luce del sole è filtrata ed ovattata riscaldando
di quasi mezzo grado il termoclino. Pinneggio tranquillo
vicino al suo limite con i miei compagni , un gruppo di
quasi venti individui di ricciole tra i 10 e 15 chili. Siamo
su un fondale fangoso con scogli sparsi che scade fino a
90 mt
.con i miei compagni abbiamo appena finito di
serrare e subito dopo mangiare un folto branco di sugarelli.
Abbiamo la pancia piena ed ora ci basta seguirli a debita
distanza per poi quando ne avremo voglia tornare ad attaccarli.
Mentre siamo intenti in questa tranquilla operazione vediamo
un calamaro con due strani uncini ,uno nel cappello ed un
altro nei tentacoli, sembrerebbero ferite di vecchie battaglie
con qualche mio simile
..peccato penso ,sarebbe
una facile preda così ferito; ah, se solo fosse passato
qualche minuto fa. Non ho voglia di inseguirlo, meglio fare
tesoro dell'alimentazione fatta dieci minuti fa e trasformarla
in accrescimento corporeo per diventare più forte
e predominante sugli altri individui del branco. Mentre
penso ciò un altro mio compagno scatta verso il calamaro
ma
non lo mangia
.quasi ci gioca dandogli delle musate.
Che stupido penso, non diventerà mai un capo branco;
consumare energie che si sarebbero trasformate in accrescimento
solo per giocare e non per attaccare. Io non sprecherò
mai energie così stupidamente e sarò in prima
fila quando ritorneremo all'attacco dei sugarelli . Poi
quasi a distrarmi dai miei progetti di potere sul branco
vedo dei lampi a meno di 3 metri da me , schizza in verticale
qualcosa
.mi disturba. Non penso sia una minaccia.
Ma via dal mio territorio! Tra poco rincomincerà
il banchetto sui sugarelli. Non vorrà rubarsene qualcuno?
Poi i piccoli sono così veloci e frenetici , potrebbe
mettere in allarme il branco di sugarelli che stiamo seguendo
..ho
deciso lo attacco ma solo per scacciarlo
parto,poi
mi fermo, lo vedo ricadere e prima che riparta gli ho gia
dato una musata per stordirlo
.ma aiiiii..che mi tira..
è forte questo, ma che è?
aiii
..non
riesco a portarlo giù. Quanta luce sono abbagliato,
e quell' ombra? Devo riguadagnare fondale. Non ci riesco
è finita!! Sento dei rumori e strane sagome contro
luce sono riflesse nei miei occhi
.Sento rumori
mai sentiti prima <PASSAMI IL RAFFIO E' UNA BELLA RICCIOLA
BEL PESCE ..SARA' INTORNO AI 15 kg>.. Non riesco
a respirare. Ahh
. se solo potessi tornare indietro
, certo non mi farei ingannare pi..ù..ù
E' questo l'asso nella manica del vertical jigging un po'
come in tutte le altre tecniche che usano esche artificiali
mosse a velocità giuste,stimola i predatori anche
quando non hanno fame agendo sulla loro territorialità
e curiosità , innescate dalla loro visione del movimento(
ved.motivi di attacco ed organi sensori dei pesci).
Bisogna anche dire che tutte le tecniche hanno il loro valore
ed il loro fascino. Che sarebbe la traina con il vivo se
non avessimo prima preso confidenza con l'attrezzatura e
con una buona visione dei fondali andando prima a traina
con gli artificiali? E che pescatori saremmo se dopo un
improvviso strike, tra lo stridere del cicalino ed il tumulto
creatosi a bordo non avessimo imparato a controllare le
nostre emozioni per assecondare bene il pesce e non perdere
il contatto con la preda nel pieno delle sue energie?
Il cerchio ha sempre la sua chiusura e la sua circonferenza
è composta da infiniti punti. Ogni punto è
una nostra specifica conoscenza e per conoscerli tutti dovremo
intersecare la circonferenza infinite volte. Solo così
potremo avere la percezione dell'insieme . Per la pesca
, come per tutta la realtà che ci circonda sarà
uguale. Non esistono settori a se stanti e non collegati
al tutto in modo armonioso e graduale. Anche il caos ha
le sue leggi che lo regolano e noi dovremo avere sempre
nuove conoscenze da mettere a frutto per avere una visione
d'insieme che ci indicherà dove,come e quando andare
ad insidiare le nostre prede preferite.
Igfa capt. Salvatore Mele
Sport
Fishing in Napoli
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