Dai Gabbiani s'impara sempre qualcosa?
( Dove posizionare le nostre esche )
Il Gabbiano, volatile a dir poco insignificante, ora lo
vediamo di più sulle discariche pubbliche che in
mare, in numero tale che sembra, con le circuizioni che
fanno, vi sia una mangianza al di sotto, peccato che ci
troviamo a qualche chilometro o più dal mare.
Ma spesso per chi esce a pesca fornisce indicazioni interessanti
su quello che succede in mare o che é successo poco
tempo prima. Ora lo seguiamo, ora é lui che c'insegue,
ora é lui che ci lascia cadere i proiettili sul bianco
gelcoat, ora é lui che ci ruba le sarde che galleggiano
sulla nostra scia di pasturazione, spesso arrivando a rasentare
lo scafo alle nostre spalle.
Ora ti arriva prima sull'esca che stenta ad affondare perché
poco piombata e, disattento a cosa ti sta succedendo intorno,
ad un tratto vedi il galleggiante che anziché stare
in acqua, comincia a lievitare e alzarsi in volo; in mezzo
a quegli uccelli, il caldo, l'onda, capisci solo dopo che
non é l'effetto del prosecco ma é colpa del
gabbiano che dopo qualche tirone si libera fortunatamente
della presa.
Ma poi é lui il nostro vero occhio perché
si fa vedere in alto roteare su qualche mangianza indicandoci
la presenza di predatori in caccia. Alle volte basta individuarne
anche uno solo, perché forse sta seguendo un predatore
in attesa che attacchi la minutaglia in superficie e sottrargli
qualche brandello di preda. Ma il volo in questo caso va
interpretato bene é solitamente si distingue bene
da quello del solo spostamento da una zona all'altra. (La
Guaira - Los Roques).
Ci sono poi i gabbiani adagiati sull'acqua e vicini alla
barca in drifting al tonno, non serve l'ecoscandaglio, nessuna
codina é nel breve raggio d'azione della barca, poi
basta anche qualche tonnetto alletterato in scia che eccoli
che son lontani e ci segnalano che qualcosa c'é.
Sei in traina con le tue belle piumette in scia, lontane
e vicine, e subito il cielo si riempe di gabbiani, buon
segno ma solo fino a quando non si fiondano sull'esca rimanendo
avvinchiati al filo per un ala e via di cicalino, motori
al minimo e senza fargli male, con dei guanti, lo recuperiamo
per liberarlo e rilasciarlo.
Insomma un compagno instancabile, beato lui che non consuma
benzina.
Eppure anche questa volta ci ha insegnato qualcosa, siamo
in Tunisia ospiti dell'amico Ferdinando e, in trasferimento
a moto ridotto caliamo alcune esche per la traina, saranno
gabbiani africani o tunisini ma fanno la differenza; il
comportamento infatti rispetto ai nostri (sarà la
fame), é più determinato, è più
deciso sulla scia bianca dei motori.
Li osservo e cerco di capirne il significato:
che cosa stanno facendo e soprattutto perché?
Stanno risalendo la scia della barca, si avvicinano alla
poppa rimanendo sopra il pelo dell'acqua mossa e schiumosa,
come a nascondersi, poi quando sono a 10-15 metri dalla
poppa fuoriescono da questa, allargandosi qualche metro
da essa, bassi come a sorprendere il pesce in superficie
che scappa dalla scia e dal suo rumore. Lontani dalla poppa
sono alti, ma sempre dentro la zona di acqua rotta dalla
scia, e più si avvicinano alla barca più si
abbassano su di essa fino quasi a toccarla nel momento che
si distaccano da questa.
Quest'azione ultima, cioé di fuoriuscire dalla scia,
la fanno ripetutamente e sempre nella zona vicino alla poppa,
e sempre solo dopo aver risalito la scia nascosti dalla
schiuma che la caratterizza. Li sto studiando e così
mi dimentico di scattare qualche fotogramma. Sanno che è
proprio poco dopo la poppa che il pesce incrociato dalla
rotta della barca fuoriesce dalla scia cercando di allontanarsi
dal pericolo, in maniera analoga a quello che succede quando
un gruppo di predatori è in caccia veloce dietro
la minutaglia (mangianza), è allinizio dellacqua
turbolenta, mossa dai predatori o agitata dalle prede in
fuga, che la preda, non curante di chi gli vola sulla testa,
si avvicina alla superficie dellacqua spesso fuoriuscendo
da questa in cerca della salvezza.
E chiamali stupidi sti gabbiani, almeno questi che abbiamo
trovato in tunisia.
Ma.. ma
non è che per caso qualche altro predatore
si comporta in maniera analoga? Qualche predatore che pensa
di arrivare tardi sulla mangianza (scia dei motori) e molto
furbescamente si piomba sui quei pesci finti, lasciati a
poca distanza dalla poppa, che sembrano fuggire dal pericolo?
Qualche predatore che non vola ma che si chiama con tanti
nomi, dal tonno al marlin striato e altri, che ci sorprende,
come già successo, nel scegliere le esche poste più
a ridosso della poppa, ma dalla scia leggermente fuori,
affondate, così da darne risalto e farle sembrare
prede in fuga.
A buon intenditore
.
Anche il marlin striato una volta ha pensato bene di mangiare
su un'esca a neanche 10 metri dalla poppa e affondata meno
di un metro, anche se con ciò non si vuol dire che
vanno esclusivamente poste vicino, ma ricordarsi di lasciare
un'esca in quella zona spesso può regalarci sorprese.
Immaginatesi una virata della barca che ha una bella scia
bianca e sciumosa, l'esca sembra agli occhi del predatore
colei che é protesa a scappar via dal franbusto creato
dalla caccia di altri, una prenda da non lasciarsi scappare
in alcun modo. Diverso é il discorso della scia di
una barca con due motori entrobordo diesel che crea, se
ben potenziata, una sciuma meno evidente e dove magari le
esche stanno meglio all'interno.
Considerazioni poi sulla distanza dalla poppa, tipologia
di esca, colori, velocità, potenza motori, nonché
a che cosa si sta trainando, andrebbero sviluppate, e sicuramente
in un altro articoletto.
Luigi " Net "
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