Tonno 277 Kg com terminale come sotto descritto
- Fano 1997
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L'occorrente
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Un po' di storia
In effetti é doveroso fare un po' di storia, infatti
quello che andremo a descrivere di seguito é una
giunzione in uso da tempo, la foto riporta un tonno preso
in gara a Fano nel 1997, con il nylon infilato nel dacron
vuoto (cortland) e tenuto fermo da una sola legatura che
in realtà poi non serve tanto a tenere ma a far in
modo che nel recupero in canna del filo il dacron non si
sfili; quello che tiene é dunque la stretta del dacron
sul nylon durante la tensione esercitata dal pesce in fuga.
Quel giorno con quel codone in combattimento non pensavamo
tanto alla giunzione quanto alla canna che era "alquanto"
curva, una 80 libbre nelle mani di Cassio; avevamo, nylon
in canna dell'80 libbre, con due metri finali infilati nel
dacron nero (lungo 9 metri), l'asola terminale del dacron
infilata a bocca di lupo nell'anello della girella del moschettone,
a questo vi era attaccato un terminale in fluorcarbon del
220 libbre circa (non ricordo bene - son passati un tot
di anni - ma comunque era grosso) con amo - il fluorcarbon
era assicurato al moschettone con redance mentre sull'amo
un normale rivetto o sleever.
Con nylon dell' 80, ma anche 100 e 130 libbre era consuetudine,
rispetto al procedimento in seguito descritto, effettuare
qualche taglietto con apposito taglierino e da mano esperta
sulla lenza madre che entrava dentro al dacron, ma più
verso la fine del dacron ovvero lato canna e non asola finale:
asola ---- dacron--- dacron con nylon dentro << taglietti
- legatura con filo cerato (solitamente doppia legatura
di cui la prima porprio sopra ai taglietti e l'ultima a
cappello per chiudere il dacron. Su libraggi inferiori come
per nylon di 50 e 70 lbs era ed é ancora usanza passare
la carta vetrata (fine e in maniera leggera) sul tratto
di lenza che si infilava all'interno del dacron; questo
per dare maggior unione al dacron quando si stringe sul
nylon.
Il nylon in bobina infatti quando é sotto trazione
tende ad allungarsi e quindi ad assotigliarsi di più
rispetto al terminale in fluorcarbon, sul quale, se si esegue
analoga legatura (dacron con asola) per effettuare il Loop
to Loop con la lenza madre, non serve eseguire taglietti
o abrasioni di sorta con la carta vetrata.
Materiale
Come mostra la foto in alto, serve ben poca roba, dell'ottimo
dacron, filo interdendale, della colla (noi abbiamo usato
l'attack), delle forcelle piccole e medie (fatte con del
piano-wire usato per terminali di due libraggi differenti),
forbicine, taglierino e carta vetrata.
Il dacron nero é visibile? Non saprei, sicuramente
si, ma il tonno é più preso dal luccichio
dell'esca fresca sull'amo; il tonno preso e riportato in
foto, dall'asola del dacron all'esca aveva solo 2,5 metri
di distanza. Nell'autunno 2008 parecchi tonni ne abbiam
presi e liberati ma in quel caso non avevamo girella e terminale,
bensì un terminale lungo circa 8 metri in fluorcarbon
che finiva direttamente sull'amo. La doppiatura della lenza
ha comunque sempre funzionato bene anch'essa senza l'uso
del dacron.
Vantaggi e svantaggi
Come ogni e altre legature senza nodi, il vantaggio é
che per l'appunto non vi é il nodo che, anche se
di ottima fattura (non sempre si eseguono a modino), rappresentano
un punto in cui si ha una perdita di carico in libraggio
della lenza.
Rispetto al wind-on classico vi é la possibilità
di impiegarlo subito dopo l'esecuzione in quanto non si
fa uso della doppia colla che richiede molto più
tempo per asciugarsi; inoltre non servono particolari ami
per eseguirlo e non lascia memoria nel filo in corrispondenza
della legatura dopo un po' che é avvolto in bobina.
Per il resto é meglio il wind-on, ovviamente.
Esecuzione
Alcune foto (quelle fatte non in primo piano) hanno il
link ad una foto + ingrandita.
Cortland / dacron del 50 lbs per lenze da 30 lbs
Cortland / dacron del 80 lbs per lenze da 50 lbs
Cortland / dacron del 130 lbs per lenze da 80 lbs
Cortland / dacron del 220 lbs per lenze da 100-130 lbs
Prima cosa si esegue l'asola, poi si infila il nylon, si
mette in tensione e si esegue la legatura per non far andar
indietro il dacron. Si può preparare in barca e dopo
pochi minuti é già pronto all'uso, l'attack
infatti si asciuga prestissimo.
Si possono anche preparare anticipatamente senza infilarvi
il nylon e con accendino bruciare il tratto terminale del
dacron per evitare che con il tempo si sfilacci - all'occorrenza
basterà infilarvi la lenza, eseguire la legatura
a cappello del dacron ...
In barca basta assicurare l'asola ad una bitta, con la
canna posta nel portacanne, si mette in tiro la lenza e
si esegue la legatura "a cappello" sul tratto
terminale del dacron.
Eseguito sulla lenza e anche sul terminale, é possibile
intercambiare il terminale a seconda delle necessità
(dimensione preda, tipologia di pesca, non solo tonno) con
un normale Loop to Loop ovvero inserendo un'asola con l'altra
una o due volte, non si più.
Si infila la forcella per 7-8 cm, a piacimento,
la si fa fuoriuscire e vi s'infila il tratto terminale del
dacron
Poi si tira la forcella al fine di far passare
il dacron all'interno di se stesso e formare così
un tratto doppiato.
Una volta fuoriuscito, si leva la forcella,
si brucia leggermente la punta del dacron, si pone un po
di attack sull'ultimo centimetro e tirando il tratto dell'asola
libero lo si fa entrare all'interno in modo che fuoriesca
solo l'ingrossamento della bruciatura. Si può anche
aggiungere una goccia di attack nel punto di congiunzione
dell'anello che forma l'asolam questo perché quando
é in trazione é impossibile che esca o l'asola
si sfili, mentre può succedere quando é lento,
ecco perché é utile lasciare anche il leggero
ingrossamento procurato dall'accendino, anche se esteticamente
non é bello, ma funzionale si.
Ecco come si presenta l'asola al termine
della prima fase
Dalla parte opposta si infila la lenza
( per facilitare lo scorrimento é utile doppiare
il tratto finale di 4-5 cm e cominciare per piccoli tratti
a far scorrere il dacron e contemporaneamente inserirvi
dentro il nylon )
Una volta arrivati a pochi centimetri dal
tratto doppiato dell'asola, si fa fuoriuscire il nylon dalle
spire del dacron e si sfila il tratto doppiato e poi si
taglia.
Tagliato il breve tratto che ci é
servito per doppiare il nylon, curvatura compresa, piccolo
e leggero colpo di accendino sulla fine del nylon per poi
comprimerlo per farlo leggermente ingrossare - Si prende
poi il dacron lo si fa scorrere leggermente verso l'asola
per rigonfiarlo in prossimità della fine dell'asola
ovvero per facilitare l'ingresso del nylon interamente all'interno
del dacron.
Ecco come si presenta l'asola al termine
e con il nylon infilato.
Dalla parte opposta, una volta "stirato"
il dacron verso la sua fine, con il tutto in tensione, si
cominciano a fare, dopo il primo nodo iniziale, (nodo
semplice) dei mezzi colli attaccati e uno sequenziale all'altro
e ogni volta ben stretti fino ad arrivare alla fine del
dacron - sul nylon si fa uno o due mezzi colli )
Questa foto mostra come si presenta la
legatura con filo interdentale alla fine delle legature
( l'inizio e la fine a legatura finita, viene poi tagliato
con taglierino stando attenti a non ...)
Filo interdentale tagliato su cui é
stato riportato un po' di attack di cui l'eccesso viene
asciugato con scottex o panno (l'attack é bene
che non vada nel nylon - le spire strette del filo cerato
non consentono all'attack di passare sotto e andare sul
dacron e poi sul filo) - La funzione di questa legatura
non é quella di tenere, bensì quella di non
fare sfilare il dacron.
In futuro
Descriveremo il wind-on classico.
Nell'autunno 2008 si é pescato anche senza girella,
é bastato non eseguire il classico innesco della
sarda a pancia in su, (con corrente fa l'elicottero ed é
indispensabile la girella) ma innescare l'esca morta per
la testa o per la coda in modo da tenerla lungo la stessa
linea della lenza.
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