Alletterato
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A volte mi ritrovo a ripensare e rivivere bei momenti trascorsi
in mare coronati da belle catture. Cerco di ricostruire
le differenze e le scelte messe in pratica rispetto alle
giornate deludenti e scarse di risultati. Le variabili da
confrontare sono molte, cerchiamo di analizzarle singolarmente.
La condizione meteo presente e quella dei giorni
successivi è percepita dagli abitanti del mondo marino
grazie alla loro linea laterale. I pesci avvertono con anticipo
i cambiamenti climatici. Alcuni, in particolare nel sotto
costa, accelerano l'alimentazione prima e subito dopo l'arrivo
di perturbazioni. Il momento magico per noi è una
breve pausa tra due perturbazioni. I pelagici cacciano in
qualsiasi condizione meteo, anche con il mare in tempesta
, solo affondano di più con venti dai quadranti settentrionali.
Il vento freddo per il loro metabolismo è veleno
sparso ad ampie mani sulla superficie del mare. Le grandi
ricciole, invece, che praticano rotte pelagiche, accostano
prevalentemente nel sottocosta dopo lunghi periodi di alta
pressione; situazione questa che gli rende più difficile
sferrare agguati alle loro prede.
Luna e maree - Le infinite teorie che accompagnano
l'uomo fin da tempi ancestrali nella sua ricerca di prede
in mare sono veramente in elencabili. I dati certi che possiamo
analizzare su questo argomento sono fondamentalmente due
, e cioè: la presenza della luna è fonte di
luminosità e in stretta relazione con le maree che
influenza con la sua forza di attrazione gravitazionale.
La luminosità della luna , che è riflessa
e non diretta , fa alimentare ed affondare di più
sia i branchi di pesci esca che i loro predatori. La maggiore
attività notturna sicuramente posticipa il giorno
seguente l'inizio della caccia dei predatori che cacciano
al limite inferiore del termoclino. Ho notato che le mie
catture di ricciole si sono verificate in mattinata più
inoltrata quando la notte precedente c'era primo quarto
o luna piena , ed anticipate quando invece c'era stata luna
nuova o anche nei giorni appena precedenti e appena seguenti.
Per le maree ,che sono movimenti e spostamenti di veri fiumi
d'acqua nello stesso mare, il discorso è che muovendosi
masse d'acqua ,queste portano con se gli alimenti più
piccoli in sospensione, che sono foraggio per i piccoli
e medi predatori. In generale senza complicare molto le
cose ho notato che nel sottocosta i momenti migliori sono
i punti d'acqua a cavallo dell'apice di alta e nelle secche
in alto mare il contrario, cioè a cavallo del punto
d'acqua di bassa marea.
Sole e sua illuminazione, partiamo dal primo dato
di fatto: i pesci non hanno pupilla. La pupilla si restringe
con maggiore illuminazione e si allarga con meno luce, cioè
è un organo che aiuta il nostro occhio ad adattarsi
alle diverse intensità di luce. I pesci non avendo
questo aiuto vengono accecati da luce diretta e forte, questo
è il motivo per cui preferiscono portare i loro attacchi
nei momenti ( alba e tramonto) o zone in penombra ( cigliate
di secche, palmizi in alto mare, scogliere, ecc. ecc.).
Questo è il motivo per cui tutte le fonti luminose
usate nella pesca sono sleali e non patrimonio di un buon
pescatore sportivo. Sulla pessima vista dei pesci il vertical
jigging ha convinto gli ultimi dubbiosi. Oramai è
assodato che gli attacchi alle nostre esche vengono sferrati
dai predatori comandati da altri sensi e istinti ( linea
laterale e vibrazioni, territorialità, visione del
movimento - che non ha nulla a che fare con l'avere una
buona vista! - competizione alimentare ecc. ecc.). L'illuminazione
in mare è chiaramente correlata anche alla trasparenza
dell'acqua ed alle sue particelle in sospensione. Io personalmente
non prediligo acqua troppo chiara come quella troppo torbida,
forse tra le due condizioni preferisco la seconda.
Comunque la situazione migliore, come al solito, sta nel
mezzo.
il giusto equilibrio, ossia l'armonia tra tutti
gli elementi su descritti è molto difficile ottenerlo.
Tutto al meglio della condizione migliore è quasi
impossibile incontrarlo. Dobbiamo essere noi a percepire
le condizioni nelle quali siamo e quindi fare tante altre
scelte affinché si possa riequilibrare il tutto.
Affondamento delle esche nel modo e nella sua giusta misura,
scelta dei terminali, scelta delle giuste velocità
per ogni tipo di esca sia essa viva che artificiale, scelta
delle traiettorie corrette per presentare le nostre esche
nel posto giusto che non sempre coincide per dove passa
la nostra imbarcazione, e tanto altro ancora. Poi ci sono
giorni nei quali percepiamo al volo le condizioni presenti,
un po' perché le abbiamo preparate preventivamente
ed un po' perché quello è il giorno giusto
per noi, lo sentiamo e siamo in armonia con tutto l'ambiente
marino. Quando c'è questa condizione in noi è
difficile sbagliare e se ci soffermiamo a ripensare ogni
bella cattura è pervasa da questo stato di grazia.
So che è difficile ottenerla e non sempre ci accompagna
ma dobbiamo cercarla e così annullare l'influenza
dello stress per i nostri ritmi di vita sbagliati con tutte
le sue implicazioni. Non dobbiamo avere aspettative ma accontentarci
anche della sola bella giornata passata in mare senza cadere
nella condizione mentale opposta del pic-nic a mare. Non
dobbiamo avere fretta ed orari di scadenza; non siamo in
gara con nessuno e non dobbiamo dimostrare niente a nessuno.
Dobbiamo essere fluidi ed in armonia con la barca che ci
accoglie, con l'attrezzatura che adoperiamo, con il panorama
che ci circonda e con le esche che immergiamo; solo così
faremo le scelte giuste e le nostre foto saranno stracolme
di significato.
Igfa capt. Salvatore Mele
Don Juan rise e mi fece segno di sedermi accanto a lui.
<Essere un cacciatore significa
conoscere molte cose> mi disse. <Un tempo tutti i
cacciatori erano uomini potenti e forti. Di fatto un cacciatore
doveva essere potente per affrontare le difficoltà
di quella vita. L'arte di un cacciatore è quella
di diventare inaccessibile. Non si preoccupa mai. Preoccuparsi
significa essere accessibile. Quando ti preoccupi, ti aggrappi
a qualsiasi cosa per la disperazione > rise ancora grattandosi
la testa.< A poco a poco devi creare la nebbia intorno
a te ; devi cancellare tutto quello che ti circonda finche
niente è dato per scontato> mi fissò serrando
i suoi occhi da falco e rise. < tu sai un sacco di cose
sulla caccia adesso. Ti sarà facile capire che un
buon cacciatore sa soprattutto una cosa : conoscere le abitudini
della sua preda. E' questo che lo rende un buon cacciatore.
Essere un cacciatore non significa solo catturare la preda
ma diventare lui stesso un predatore che non ha abitudini
quotidiane per non essere prevedibile come la sua preda.
Deve essere libero, fluido, imprevedibile> questo è
il suo vantaggio.
Carlos Castaneda
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