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Indice Catture Anno 2012

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Pesca dalla barca

traina con artificiali

Paolo

Ancona - 31 agosto 2011

 

 

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Papi…non riuscivo a mulinellare più!



31 agosto 2011, il mio ultimo giorno di ferie.


Avevo deciso di trascorrere quella giornata con mio figlio Sam, di 6 anni, mettendomi a sua completa disposizione, per fargli fare ciò che desiderava.


L'alga tossica (Ostreopsis ovata), in quel periodo cresciuta a concentrazioni elevatissime, ci impediva di andare a fare il bagno tra gli scogli dove siamo soliti recarci.
Come alternative rimanevano spiaggia, piscina o giro in barca.
"Che cosa preferisci Sam?"

"Un bel giro in barca!"

è la pronta risposta.


Verso le 9 togliamo gli ormeggi e usciti da Marina Dorica ci dirigiamo verso il porto, che ospita sempre navi da crociera, Superfast, Minoan, Anek, Costa crociere….
Sam è sempre stato affascinato da quelle grandi navi che sa riconoscere anche da lontano, e i suoi occhi si illuminano quando con tutta la loro imponenza ci si delineano innanzi lì, ferme in banchina, mentre ci passiamo piano piano rasenti con la nostra "minuscola" Sessa 25.


Dopo un'oretta decidiamo di andare a fare il bagno in un posto "sicuro", e allora giù di acceleratore e via; 10 minuti di motore e siamo vicini al luogo di destinazione, levo gas e procedo piano.
Ad un certo punto Sam mi fa: "Papà, ho visto un po' di schiuma a galla, come un sub quando si immerge…". Ma guardando attentamente non c'era ombra di sub o di bagnanti.

 

Ecco come la racconta Sam: "Era una bella giornata, io e papà stavamo andando in barca e c'erano le onde, ho visto bollare a galla e sembrava un sub in immersione. Però non usciva fuori nessuno e io sono subito corso a dirlo a papà."

"Sam, potrebbe essere la bollata di una leccia che inseguiva una mugella", gli dico, "vogliamo calare un rapala che ormai per far l'agora viva è tardi? Così tanto per vedere, hai visto mai!?"
"Va bene" mi risponde.
Premetto che c'erano già altre 2 barche in pesca con il vivo sin dal mattino, e i membri degli equipaggi, che tra l'altro conoscevo bene, non avevano visto ferrate di sorta.
Caliamo allora la 12 libbre, rapala testa rossa a 40 metri dalla poppa, piombo a sgancio rapido da 200 gr e via a 3-4 nodi.
Dopo neanche un quarto d'ora, proprio di fianco ad una delle altre 2 barche in pesca, sentiamo il cicalino del mulinello cantare, canna piegata e filo che fuoriusciva velocissimo.
Il capitano di una di quelle due barche mi guarda con occhi increduli: lui era lì dal mattino, 2 canne in acqua con 2 agore vive e… niente; io, appena arrivato,….!!


"Una leccia Sam, ha beccato una leccia!", esclamo elettrizzato.
Con 150 metri di filo già fuoriusciti dal mulinello, prendo la canna in mano, ferro deciso e inizio il combattimento. L'attrezzatura è leggera e non voglio forzarla.
Sam segue affascinato il primo combattimento della sua vita con un pesce importante e i suoi occhi brillano quando per ben 3 volte riesce a vederla a galla, sempre più vicina alla barca.
Velocissimo era già andato a prendere il raffio in cabina e se lo teneva stretto a sé pronto per passarmelo.
Poi un'ultima fuga della bella leccia, stimata sui 20 kg, questa volta verso il fondo, alla picca sotto la barca, ancora una pompata da parte mia e…..STAAACCC…….
Ed è con l'amarezza di chi sa bene che il pesce ormai è andato che gli dico: "L'abbiamo persa Sam".


Recupero ormai senza sforzo e vediamo subito che l'ancoretta terminale del rapala aveva 2 dei 3 ami quasi completamente raddrizzati.
Gli occhi di Sam diventano lucidi e una piccola goccia scende lenta sulla sua tonda guancetta.
"Dai Sam, capita, la pesca è fatta così", cerco di tirarlo su di morale, "siamo già stati fortunati che ci ha beccato e che l'hai vista…"
Sì ma… è difficile da digerire!!
Allora, come in un tentativo estremo, dico a Sam: "Ricaliamo la canna, hai visto mai…!"
Cambio di ancoretta e via, stessa configurazione di prima.
Tra me e me penso: mmhh, mi sa che oggi qui il jolly ce lo siamo giocato!


Passa circa un'ora, ormai sono le 11,30, è caldo e la voglia di fare il bagno è davvero tanta.
Decidiamo allora di tirare su la canna.
Sam mi chiede: "Posso tirare su io?" "Certo Sam." "Papà mi fai un filmino mentre recupero?" "Va bene."


Vado a prendere il cellulare in cabina mentre Sam inizia a recuperare.
Esco in pozzetto, accendo la fotocamera e inquadro Sam che lentamente stava recuperando.


Passano neanche 10 secondi quando vedo la canna abbassarsi all'improvviso. "Tieni più alta la canna quando recuperi….ma…che succede, cucciolo?…" non faccio in tempo a pronunciare queste parole che ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ il cicalino canta di nuovo e Sam è lì, intento a tenere con entrambe le mani quella canna che per poco non gli vola via dalle mani.
"Sam ti ha beccato una leccia, ha beccato un'altra volta la leccia…!!!"


Stavolta anche io stesso ero incredulo.
Appoggio immediatamente sul sedile della barca il cellulare che continua comunque a registrare le nostre voci.
Inizio il combattimento…"questa deve entrare in barca"…penso tra me e me…e decido allora di forzarla un po' di più sperando che le ancorette reggano.
Nel frattempo Sam mi racconta come all'improvviso gli si fosse "bloccato" il mulinello: "Papà non riuscivo a mulinellare più!" è stata la sua espressione più bella.


Con la frizione un po' più chiusa la leccia, dopo 5 minuti esatti (il cellulare ne dà prova), è sottobordo… "eccola Sam"……e lui: "Porca miseria questa è bella, eh?!!"
"Prendo il raffio papà?" "Sì dai, vallo a prendere!" E Sam veloce corre in cabina e sicuro di sé prende il raffio e me lo porge proprio nell'attimo giusto.
Un movimento veloce e la leccia è in barca.
"Guarda quanto è bella…batti cinque cucciolo!!!"


Sam ha gli occhi ammaliati da quel pesce lungo quanto lui, dalla livrea argentea e brillante. "Ma papi…è grossa come un tonno..!!"
Siamo entrambi esterrefatti e contenti per quella cattura che ha il sapore di rivincita e che rimarrà scolpita per sempre nei nostri ricordi: per come si sono svolte le cose, perché è la prima volta che prendo una leccia con il rapala, perché questa pescata è tutto merito di Sam che ha visto per primo "la bollata", perché bisogna crederci, sempre.

Infine qualche foto e poi…il meritato bagno.

 

Quindi, ancora incredulo per quel doppio strike, accendo il motore e rientriamo in porto.

Questa per me è stata una giornata più che fantastica, anche perché ne ho tratto un regalo ancora più bello: quello di aver potuto donare a mio figlio un'esperienza straordinaria e indimenticabile che ci vede uniti nelle pagine dell'album dei nostri ricordi più belli!

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5 Aprile - 2012