Con piombo guardiano
Ettore
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Isola D'Elba - Settembre 2011
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La gallina coccodè
Finalmente settembre, Walter ed Io siamo partiti
da Roma, Piermassimo è partito da Pistoia, Stefano
fratello di Walter ci aspetta a Marciana Marina Isola D'Elba
dove ci metterà a disposizione l'appartamento che
era dei suoi genitori, Sauro, il padre, viene ancora
ricordato con molto affetto dai locali come un gran pescatore
e costruttore artigianale di totanare.
La traina con il vivo e piombo guardiano sarà il
tema costante della nostra attività di pesca, come
al solito mi sono portato dietro il mio personale negozio,
non manca davvero nulla alla riuscita dell'impresa.
La settimana che verrà è davvero piena di
mille aspettative le quali si infrangono quasi subito in
una amara realtà, l'annuncio dell'arrivo di una perturbazione
meteorologica, che purtroppo contro ogni previsione durerà
quattro lunghi interminabili giorni.
Non c'è di peggio che avendo a disposizione tutto
sono di vedetta su uno stupendo balcone che non dista più
di dieci metri dal mare aspettando segnali di miglioramento
che non arriveranno.
Il primo giorno di pesca parte alla grande con una incocciata
di una cernia che ci farà fare il tiro alla fune
per molto tempo, alla fine dopo tanta trazione e sfrizionate
notiamo subito che la bestia, vi assicuro che parliamo di
un peso massimo, ha abboccato su l'amo trainante slamandosi
inevitabilmente, grande barracuda oceanico, chiude insieme
ad una maciullata tanuta la giornata.
Si riparte dopo la lunga perturbazione, alzataccia alle
3,30 per andare a catturare calamari che ci serviranno per
esca viva, la vasca del vivo è abbastanza piena,
prua su una nota secca all'argo dell'Isola di Pianosa oltre
il limite consentito per legge, arrivati sul posto sorpresa
almeno dieci esemplari di stazza notevole di delfini che
banchetta, inutile ogni tentativo giornata persa.
Ultimo giorno di pesca ci dobbiamo giocare il jolly altra
levataccia solito orario per procurarci i calamari finalmente
partiamo per insidiare dentici, dopo vari passaggi siamo
aggrediti da insaziabili tanute che divorano tentacoli e
teste dei poveri calamari mutilandoli impietosamente.
Decidiamo di raggiungere velocemente un'altra secca a otto
miglia vari tentativi e di nuovo tanute ormai l'orario magico
è compromesso, sto pensando che rientreremo senza
cena, ultimo tentativo tanto per chiudere la giornata lungo
la scogliera sotto costa.
Raggiunta la posta calo un calamaro vivacissimo sui 50
metri si inizia, mi accorgo dopo pochi minuti di traina
che il fondale da roccioso diventa un misto di poseidonia
e sabbia l'ecoscandaglio a calori ci da conferma, giusto
il tempo di virare per ritrovare la roccia che la mia venti
trenta libbre si piega e parte il cicalino del mulinello,
inizio a salpare sentendo solo appesantimento della lenza
che esclude quello che stiamo cercando, recupero il piombo
guardiano sgancio per recuperare gli ultimi venti metri
di finale quando intravedo una grossa sagoma a due colori
bianco e arancio più sale e meno ci credo ormai è
sotto la murata della barca una gallinella di mare colpo
magico di retino ed è a bordo davanti ai miei occhi
l'incredulità è al massimo, in porto la misureremo
con una bilancia di un amico 5 chili tondi sono anni che
pesco a bolentino di profondità con mulinello elettrico
e di gallinelle nemmeno l'ombra.
Siamo davanti all'impossibile? no devo ancora vedere il
peggio, Piermassimo che sta apprendendo la tecnica della
traina con il vivo ed i piombo guardiano decide di provare
cala sul fondo uno strapazzato calamaro, l'innesco non è
stato facile, cinque minuti e la canna si flette vertiginosamente
con il mulinello che inizia a cantare è un tira e
molla continuo fatto di energiche testate e fughe brevi
e veloci, nel frattempo non smetto di dispensare utili consigli
per recuperare il pesce, finalmente dopo molti interminabili
minuti e fiato sospeso emerge dal blu intenso un dentice
di 4 chili, le sorprese non finiscono mai l'amo ferrante
è conficcato sulla base della coda ecco perché
tirava così tanto.
Guardiamo tutti Piermassimo come un marziano tantè
che il buon Walter che non è dotato di una folta
capigliatura prende la sua mano è la porta sul capo
chiedendo se può fare qualcosa per lui.
Il tempo di ricalare e riparte nuovamente la canna, ricciola
sui tre chili do spiegazioni su come gestire il tutto ma
ormai è vittima della sindrome di onnipotenza mi
risponde peccato che non è la prima volta che tira
una leccia.
Come dice qualcuno proviamo ad analizzare la pescata cosa
abbiamo capito che il sotto costa si è rivelato migliore
delle mitiche secche, che le gallinelle di mare si possono
pescare anche a traina con il vivo e che un neofita in dieci
minuti può raddrizzare una situazione ormai compromessa,
peraltro a poker vince sempre il meno esperto sul professionista.
Sono arrabbiato, sono deluso, come qualcuno mi fa notare
no assolutamente, la pesca è anche questa.
Ettore Valdieri
Roma
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