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Orata

 

Santa Marinella

30 Sett 2006

 

Salve, sono un nuovo visitatore del vostro sito e devo dire che l'ho trovato molto interessante anche visto la passione che ci accomuna. Mi chiamo Antonio, vivo a Roma e ho 34 anni, pratico la pesca da ben 22 anni, ormai sono un pesca dipendente, soprattutto in questo periodo che sotto le nostre coste si avvicinano i serranidi. Pratico la pesca da alture, naturali o artificiali, con aguglia viva innescata con la tecnica della teleferica e poi sono appassionato della pesca con il pasturatore.

 

Proprio a sabato scorso (30.09.2006), risale l'ultima cattura. Sono andato a Santa Marinella, fuori dal porto turistico, dopo essermi sistemato in modo precario sui frangiflutti a stella, sono riuscito ad innescare una canna con l'aguglia viva e l'altra, estremamente sensibile, con pasturatore da 10 gr. Si erano ormai fatte le 9,30 e nel mentre tiravo su aguglie, anche di modiche dimensioni, ho notato la canna a pasturatore fare uno strano movimento, insolito visto le condizioni del mare particolarmente calmo.

 

Neanche il tempo di posare la canna che stavo usando per le aguglie che una partenza improvvisa della frizione mi ha fatto temere il peggio, ma dato che il filo, particolarmente sottile (solo 0,14, con amo 14), non ha ceduto al primo strattone, ho aperto il guadino e mi sono preparato a lottare. Dopo circa 20 minuti di frenetici tira e molla, finalmente il pasturatore e riuscito a vedere la luce del sole, a quel punto, dato che fra me ed il pesce c'erano solo i due metri circa di terminale, ho inserito il guadino in acqua, avendo capito che non si trattava di un grosso sarago, in quanto lo stesso non tendeva ad intanarsi, ho cercato di farlo stancare un altro po' facendogli credere che gli avrei dato altro filo e così visto che aveva ancora forza a sufficienza per gli ultimi strattoni, gli ho dato la possibilità di prendere qualche altra decina di metri di lenza.

 

Quando ormai ho iniziato a percepire la sua stanchezza, ho stretto di qualche grado la frizione ed ho iniziato il vero recupero, solo un suo guizzo con la coda sulla superfice dell'acqua, mi ha fatto capire che si trattava di una splendida orata di modiche dimensioni. L'emozione è salita alle stelle, trattandosi della regina di tutti i pesci e l'ho ulteriormente trattata con i guanti. Sono riuscito a trascinarla verso il guadino e quasi in senso di arresa, dato che il filo ormai non avrebbe più ceduto, l'orata è balzata nel coppo. Era più grande di quanto sembrasse in acqua, splendida, lucente, con due grosse macchie rosse sulle branchie e la sua inconfondibile macchia dorata sul muso. Non ho potuto fare a meno di darle un bacio e riconoscerle la fama che la contraddistingue dai pesci comuni.

 

Saluti

Antonio

 

31 Ottobre - 2006 (Powered by Net Tuna)