Sono circa le 10.30 del mattino e anche gli altri scorgono il
tonno gigante che indisturbato si aggira intorno alla barca e
nella striscia della pastura, sempre molto in superficie, per
niente intimorito forse anche per consapevolezza della sua mole
e forza. Potrebbe essere un tonno che ha già passato indenne
qualche combattimento e si avvede bene nel non mangiare le sarde
sospette.
In acqua ci sono tre canne da 80 libbre, con le esche a circa
30 metri, 18 e una al volo. Sospendono la pasturazione, poi tirano
su i sacchi, sostituiscono le esche, tirano in barca le tre canne,
insomma ne fanno di tutti i colori, ma la disperazione é
tanta, sono passate ormai due ore e mezza e lui é ancora
li che nuota tranquillo facendosi notare ogni tanto per i passaggi
rasenti l'imbarcazione.
Dinuovo le canne con le esche in acqua, anche se il pesce non
mangia, ma ne preparano una levando la doppiatura, filo diretto
del 100 libbre con nodo sulla girella, anch'essa sostituita da
300 libbre a 200 libbre, terminale più fino, 150 libbre
ed esca uno sgombro di medie dimensioni, grande il tanto per celare
bene l'amo. La filano al volo, in corrente, ma non eccessivamente
lontano dalla barca e la corrente abbastanza forte mantiene abbastanza
in superficie il tutto.
Passano pochi istanti e saltano due tonni in mezzo ai palloncini
delle altre canne. E' arrivata la concorrenza di tonni più
giovani e veloci e per il gigante sarà fatale. E' il mulinello
della canna con lo sgombro che comincia a perdere filo all'impazzata.
Non sperandoci più, rimangono interdetti per qualchi istante,
come dire .... E' FATTAAA..
Il tempo di tirar su le altre lenze e sistemarsi in sedia, che
sono già spariti dal mulinello centinaia di metri di filo
e il tonno non ha ancora pensato di fare una sosta. Prua verso
il pesce e a 7-9 nodi cominciano a riguadagnare qualche centinaio
di metri di filo, si fermano ma il pesce é ancora li che
se ne fila via e così di nuovo dietro il tonno, per ben
3 o 4 volte, finché riescono a fermarlo, ma all'appello
mancano più di 600 - 700 metri di filo ed é già
passata un'ora dall'allamata.
Comincia la fase di lento recupero, e la forza e l'esperienza
di Watson, che per altre 3 ore rimarrà alla canna fino
alla raffiata del pesce, diviene determinante e decisiva.
Un combattimento, seppur duro e lungo, in se molto particolare.
Il tonno infatti nelle ultime fasi rimane distante dalla barca,
ma sempre in superficie, uscendone con parte del corpo, diverse
volte.
La fine la lasciamo alla vostra immaginazione, ma senza la cattura,
chi ci avrebbe mai creduto??
Alla prossima con un rilascio? Forse.
Ma Campa ha promesso a Dio un'altra cosa e visto che é
stato accontentato, anche ampiamente, di cuore la manterrà.
E' un suo segreto e come tale lo lasciamo.
Complimenti a tutto l'equipaggio del DeGoder
(pag. precedente)
|