Primavera 2002, nelle acque adriatiche
Attilio con un amico, entrambi pescatori vengono chiamati per
portare da Pescara fin su a cattolica circa, una barca vela. Un
favore ad un amico e, perché no, anche una bella gita in
mare e visto che sono entrambi pescatori, anche con le "canne
in acqua".
E' inizio stagione e le ricciole vengono un po' più in
superficie dove le acque del mare si scaldano per prime. Probabilmente
é così, e non sapendolo, iniziano il loro viaggio
con il minimo di attrezzatura; alla vista delle prime piattaforme,
calano le esche artificiali (in questo caso un rapala) e con il
vento che li porta alla giusta velocità, passano vicino
alle isole d'acciaio, ma neanche poi tanto vicino.
E una e due e ...
E' all'Eleonora, almeno così ci hanno detto, che ormai
lontani dal castello d'acciao, la canna comincia a flettersi ed
il filo uscire dalla bobina del mulinello.
Non é stato molto semplice manovrare, essendo abituati
con barche a motore, ma alla fine dopo l'ennesima fuga del pesce
e manovra azzardata, hanno il pesce a tiro di raffio.
Ma dov'é il loro raffio.
A bordo no sicuro perché di allamare una ricciola, pur
sperandoci, non ci pensavano proprio.
Tieni il pesce, dagli un po' di filo ....
E nel frattempo preparano un raffio legando un amo grosso, da
tonni, ad un mezzo marinaio. Più che una raffiata é
stata un'allamata per tenere il pesce sotto bordo.
Conclusione?
Grande cena i giorni seguenti con tutti gli amici.
Complimenti Attilio
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